Rai Cultura

L'indipendenza dell'Algeria

5 luglio 1962

Alla metà degli anni ’50, tutti gli stati dell’Africa settentrionale sono scossi da movimenti indipendentisti che accelerano il già avviato processo di decolonizzazione. La Libia diviene indipendente nel 1951; l’Egitto nel 1952 abolisce la monarchia, schierata su posizioni filo britanniche; Marocco e Tunisia diventano indipendenti 1956. 
Nel novembre 1954, anche l’Algeria si ribella ai colonizzatori francesi.  L’Algeria è colonia dal 1883 , e per i transalpini è un lembo di Francia in terra africana. Il 12 novembre il primo ministro francese Mendès-France dichiara che 

"non si può giungere a compromessi quando si tratta di difendere la pace interna della nazione, l'unità e integrità della Repubblica. I dipartimenti algerini sono parte della Repubblica Francese. Sono francesi da lungo tempo e sono irrevocabilmente francesi (...), tra loro e la Francia metropolitana non è concepibile alcuna secessione".

Vengono impiegate ingenti forze per schiacciare la rivolta degli indipendentisti algerini. Da poco sconfitto in Indocina (maggio 1954), l’esercito francese mette a punto una nuova strategia: la “guerra contro-sovversiva”, caratterizzata da inedite tecniche di contro - guerriglia. Le forze messe in campo sono ingenti. E’ tutto inutile.
Nel 1956 inizia la più famosa delle battaglie di liberazione, quella di Algeri. La rivolta è soffocata nel sangue, e l’opinione pubblica mondiale resta inorridita dinanzi alla brutalità dell’esercito francese.
A partire dal ’58 il FLN (Fronte di Liberazione Nazionale) trasferisce lo scontro anche in Francia con una serie di attentati terroristici.
Nel maggio dello stesso anno, insorgono anche i coloni in Algeria occupando la sede del governatorato. Protestano contro la madre patria, richiedono maggiore sostegno e nuovi sforzi militari. E’ un generale francese, Raoul Salan, a guidare l’insurrezione. 
Il 24 maggio un reparto di paracadutisti partiti dall’Algeria occupa la Corsica. Il governo francese sembra impotente mentre si diffondono i timori per un golpe e una generalizzata guerra civile.
Solo il ritorno sulla scena politica del generale e De Gaulle, riuscirà a risolvere la situazione. Nel giugno del 1958 il presidente della repubblica Renè Coty gli affida il compito di formare il nuovo governo. Il generale ottiene poteri eccezionali per sei mesi, con l’obiettivo di avviare una profonda riforma dello stato (che porterà alla nascita della repubblica presidenziale) e di risolvere la crisi algerina. 
16 settembre 1959, De Gaulle decide di consultare gli stessi algerini, e indice un referendum sull’indipendenza nazionale.
Gennaio del ’61, gli Algerini scelgono l’autodeterminazione. L’armata d’Africa e i coloni francesi si rivoltano, compiendo atti terroristici perfino su suolo francese.
De Gaulle schiaccia la rivolta con le armi e avvia negoziati segreti con il governo provvisorio algerino. Il 18 marzo 1962 viene firmato l’armistizio.
De Gaulle proclama l’indipendenza algerina il 3 luglio, ma il governo provvisorio della Repubblica algerina fissa la data al 5 luglio del 1962, anniversario della presa di Algeri da parte delle truppe francesi.
A seguito di questa decisione quasi un milione e mezzo di profughi, per lo più ex coloni, abbandonano l’Algeria e si riversano in Francia.
Sul campo sono rimasti tra i trecentomila e il milione di morti. Il numero preciso non si saprà mai.