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Gandhi

Il Mahatma

Mohandas Karamchand Gandhi nasce in India, il 2 ottobre del 1869


Il padre è un diwanprimo ministro, del principato di Rajkot, appartenente alla classe dei mercanti. A soli tredici anni si sposa, secondo la tradizione ottocentesca delle nozze indù fra bambini. La moglie Kasturba gli rimarrà accanto sempre, come compagna di vita insostituibile e punto di riferimento per le sue lotte politiche. Raggiunta la maggiore età, nel 1888, parte per l'Inghilterra, per intraprendere gli studi in legge. Al suo ritorno, la situazione non è delle più facili. Il consiglio della sua casta lo ha bandito e non riesce di conseguenza a trovare un lavoro ben retribuito. Inoltre conosce poco le leggi indiane e la sua timidezza non lo aiuta. Secondo le cronache durante il suo primo interrogatorio sviene sulla sedia ed è costretto a rimborsare la parcella al cliente. A ventiquattro anni la svolta, riceve un'offerta di lavoro per seguire un processo civile in Sudafrica, dove la comunità indiana è piuttosto radicata e numerosa. Rimarrà lì per oltre vent'anni, prendendo le difese dei suoi connazionali maltrattati e discrimati dall'apartheid e gettando le basi teoriche della sua filosofia di pace non violenta, con la dottrina della "forza della verità", la satyagraha. In Sudafrica fonda anche un partito, il Natal Indian Congress. Nel 1915 Gandhi fa ritorno in patria, accolto come un vero leader politco. In breve tempo diventa capo del movimento per l'indipendenza, supportato dal Congresso nazionale indiano, un partito protagonista della lotta per l'indipendenza. Si trova innanzi ad un paese sotto il dominio britannico, con 300 milioni di indù e 100 milioni di musulmani. Nel primo dopoguerra si avvia una fase maggiormente operativa, uno sciopero del 1919 ad Amristar paralizza completamente il paese e si risolve in un bagno di sangue. Per Gandhi arriva la prima condanna e il primo arresto, ma ottiene nel 1924 la grazia. Cinque anni dopo,1929, riprende la sua azione ancora con più vigore per il raggiungimento dell'indipendenza totale dell'India. Nel 1930 percorre a piedi per protesta 400 chilometri che lo separano dal mare, nella famosa "marcia del sale",  a causa della legge di monopolio sul sale. Questa manifestazione seguita anche dai media ha un eco internazionale. Così scrive un giornalista presente: "Non uno solo dei manifestanti alzò un braccio per ripararsi dai colpi. Cadevano come birilli. I superstiti, senza rompere le righe, continuavano a marciare silenziosi e ostinati, finché non cadevano a loro volta sotto i colpi". Le immagini arrivate in tutto il mondo fanno sì che l'anno dopo, nel 1931, Gandhi sia convocato a Londra, per discutere sulle sorti dell'India. I tempi però non sono ancora maturi, deve passare un secondo conflitto mondiale e numerose battaglie civili prima che

il 15 giugno 1947 l'India possa proclamare la propria indipendenza.

Ad assumere il ruolo di capo del governo della nuova India indipendente sarà Nehru, discepolo di Gandhi, che nel frattempo continua a fare opere di pacificazione. Il 30 gennaio 1948 Gandhi viene ucciso, vittima di un attentato da parte di un fanatico indù, Nathuram Vinayak Godse, con tre colpi di pistola. E' la fine del sogno di realizzare una decolonizzazione attraverso un grande processo di libertà e progresso. Rimane però la figura di Gandhi, diventata una delle più iconiche della storia del Novecento.