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Il transatlantico Conte Biancamano compie cento anni
Un'icona delle collezioni del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia
Dopo la demolizione, negli anni Sessanta la sezione superstite del transatlantico Conte Biancamano, il ponte di comando con le attrezzature, le strumentazioni e gli arredi, entra a far parte delle collezioni del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano, collocato, attraverso un'operazione di straordinaria complessità, all'interno del padiglione Aeronavale, appositamente progettato e costruito per accogliere l’unica testimonianza materiale di una storia che incarna l’idea stessa di viaggio come avventura umana e tecnologica.
Tra i grandi oggetti allestiti nel periodo fondativo del Museo, il Biancamano fa parte di quelli che hanno attraversato integri le diverse stagioni dell’Istituzione fino ad oggi, diventando un highlight per centinaia di migliaia di visitatori.
A un secolo esatto dal viaggio inaugurale del grande transatlantico italiano, il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia celebra l’anniversario di una delle icone più amate delle sue collezioni con due fine settimana di attività nei laboratori educativi o interattivi, visite guidate ed esperienze immersive dedicate a scoprirne la storia e la memoria.Costruito nel 1925 nei cantieri scozzesi W. Beardmore di Dalmuir per il Lloyd Sabaudo, il cui nome fu scelto in onore di Umberto I Biancamano, capostipite dei Savoia, è considerato la “prima vera città galleggiante italiana” e rimane oggi l’unico transatlantico originale musealizzato in Italia.
Sabato e domenica 15-16 e 22-23 novembre, nell’ambito del programma “Un mare di storie”, i visitatori di tutte le età potranno prendere parte a laboratori interattivi, vivere un’avventura in realtà virtuale con Titanic VR e partecipare a visite guidate alla plancia di comando e alla sala delle feste di prima classe, ambienti originali della nave oggi ospitati nel padiglione Aeronavale del Museo. Le attività coinvolgeranno pubblici di tutte le età in un viaggio attraverso la storia della navigazione, dell’ingegneria e dell’arte, tra onde, rotte oceaniche e racconti di bordo.
L’iniziativa si inserisce nel più ampio programma di ricerca e valorizzazione dedicato al Conte Biancamano, che includono la pubblicazione del volume Un secolo di storie. Il transatlantico Conte Biancamano al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, a cura di Giovanni Pietrangeli e Marco Iezzi (edito da Ca’ Foscari–Venice University Press).
Il libro, sempre realizzato nell’ambito del programma “Un mare di storie”, sarà presentato sabato 15 novembre alle ore 11.30 nella Sala Biancamano. Attraverso saggi e testimonianze, la pubblicazione ricostruisce le quattro vite del transatlantico: da nave passeggeri sulle rotte atlantiche a protagonista della Seconda Guerra Mondiale, da simbolo della ricostruzione italiana a straordinario oggetto museale che racconta un secolo di storia del viaggio e della tecnica.
Con la sua storia che intreccia arte, ingegneria e memoria sociale, continua a rappresentare una delle testimonianze più significative del rapporto tra l’uomo, la tecnologia e il mare.
STORIA DEL CONTE BIANCAMANO
Quando fu varato, il 23 aprile 1925, pesava oltre 24 mila tonnellate per una lunghezza di 198,4 metri (202,7 metri dopo gli ammodernamenti post-bellici) per una larghezza di 23,2 metri e un pescaggio di 7,9 metri. Le doppie eliche erano alimentate da sette caldaie e due turbine a doppio riduttore per un totale di 24.870 cv che lo portavano a una velocità di crociera di oltre venti nodi. A bordo poteva ospitare 459 membri d’equipaggio e 1.750 passeggeri.
Dopo dieci anni di servizio sulle tratte atlantiche, il Biancamano viene destinato dal Governo italiano al trasporto di truppe e civili in Africa Orientale ma già l'anno successivo torna a far viaggiare i passeggeri prima verso il Sud America, poi verso l'estremo Oriente e, infine, di nuovo sulle rotte atlantiche. Allo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale è requisito dall'esercito statunitense e, ribattezzato "Hermitage", viene adibito al trasporto delle truppe americane su tutti i fronti del Pacifico e dell'Atlantico.
Recupera i suoi fasti alla fine del conflitto mondiale, quando lo Stato italiano ne ritorna in possesso e lo fa riallestire presso i cantieri navali di Monfalcone (Gorizia).
Il Biancamano riprende il mare lungo la rotta Genova-New York nel marzo 1950, stavolta con una moderna prua inclinata in avanti, fumaioli aerodinamici e livrea bianca. Proprio su questa stessa rotta, dieci anni dopo effettuerà il suo ultimo viaggio.
Tra il 1960 e il 1961 la nave viene demolita, ma l’ingegner Guido Ucelli, fondatore del Museo, riesce ad acquisire il ponte di comando con le attrezzature, le strumentazioni e gli arredi che vengono trasportati in più blocchi da La Spezia a Milano.
Nel 1961 al Museo iniziano i lavori di smontaggio e rimontaggio nella sede del nuovo padiglione Aeronavale del Museo (allora in fase di costruzione) che si concludono nel 1964. Il ponte di comando sezionato e rimontato ha un'altezza complessiva di sedici metri e un peso di oltre 1.000 tonnellate.
Gli arredi e le strutture rispondevano infatti al gusto sfarzoso dell'epoca e rappresentavano una delle più tipiche realizzazioni nel campo dell'arredamento navale dei primi decenni del secolo.Il Biancamano nasce per ospitare una clientela abituata a tutti gli agi e alle raffinatezze della sua epoca quindi lo studio e la progettazione degli interni furono affidati ad uno dei più celebri e apprezzati architetti italiani dell'epoca, Adolfo Coppedè.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, con la trasformazione in nave per trasporto truppe, questi preziosi arredi furono completamente smantellati presso i cantieri di Philadelphia.
Quando nel 1947 il Biancamano viene riallestito come nave passeggeri nei cantieri di Monfalcone, vengono chiamati a collaborare alcuni dei più noti ed importanti artisti, architetti e decoratori dell'epoca. Le sale principali vengono assegnate a diversi progettisti tra cui i pittori Massimo Campigli e Mario Sironi e l’architetto Giò Ponti. L'eccezionalità di queste collaborazioni e il loro straordinario risultato contribuiscono a rendere il Biancamano unico nel suo genere.
LA SALA DELLE FESTE
La Sala nasce come una sala da ballo, finemente allestita dal famoso architetto Gustavo Pulizer Finali nel 1947 per ospitare bar, orchestra e pista da ballo in uno spazio circolare ritmato dalla presenza di quinte scenografiche, sobri arredi e importanti decorazioni che hanno la fondamentale funzione, a volte di sostenere a volte di velare, il sofisticato impianto di illuminazione di cui la sala era dotato.
Fiore all’occhiello è il grande fregio a soffitto in stucco satinato, che misura oltre undici metri di diametro: appositamente realizzato dallo scultore Marcello Mascherini, rappresenta il mito di Giasone e il Vello d’oro, a ricordare l’anelito dell’uomo per il mare.
Richiamano il tema del mare anche i dieci pannelli decorati da Federico Righi, creando delle quinte scenografiche all’interno della sala che si popola di soggetti marini.
Presentiamo qui dall'Archivio delle Teche Rai un raro video del transatlantico Conte Biancamano nel 1954, in occasione dell'imbarco dello Scafo di Selva per la Orange Bowl di Miami.
Foto di copertina: Transatlantico Conte Biancamano (1925‑60) © Archivio Fotografico Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci.