Foro Mussolini, simbolo dello stile littorio, inaugurato nel 1932
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Via dell’impero che partiva da piazza Venezia e arrivava fino al Colosseo
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Veduta di piazza Venezia, nel 1935 circa
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Veduta aerea di Roma prima dello sventramento, con riferimento alla zona intorno al Colosseo
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Veduta aera di Roma prima dello sventramento, con particolare su piazza Venezia
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Veduta generale di Roma prima dello sventramento
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Veduta di Roma nella zona dei Fori, prima dello sventramento
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Particolare delle demolizioni
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Benito Mussolini in compagnia dell’architetto Marcello Piacentini, in occasione dell’inaugurazione della via del mare nel 1940
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La città universitaria, un’altra delle opere fasciste realizzate da Marcello Piacentini
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Veduta di San Pietro e del Borgo Novo, prima della demolizione
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Manifesto dell’E42, progetto per la realizzazione di una zona che possa ospitare l’Esposizione universale del 1942
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Palazzo della civiltà e del lavoro
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Cinecittà, inaugurata dal Duce nel 1937
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Benito Mussolini a Largo di Torre Argentina, attacca una baracca munito di piccone
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Il piccone risanatore
Roma fascista
Nel 1925 l’applicazione delle leggi fascistissime consacra il successo definitivo del Regime. Il Duce vuole celebrare la grandezza della capitale del fascismo e avvia una delle più grandi opere urbanistiche della storia italiana. Da “città fredda e nemica”, nelle intenzioni di Mussolini, Roma deve diventare l’erede adeguata della grande città che era ai tempi dei romani. Il progetto è coordinato da Antonio Munoz, al vertice dell’Ufficio Antichità e Belle Arti del Governatorato. Il compito affidatogli è quello di liberare la città dagli elementi tipici dello stile medievale e barocco, così da fare emergere ed esaltare con scavi archeologici “i monumenti millenari della nostra storia che debbono giganteggiare nella necessaria solitudine”, come dichiara il Duce in un discorso del 1924 sul profilo della nuova Roma. Punto di partenza di questo ambizioso progetto è la demolizione nel 1925 delle case del Centro storico, inaugurata dal Duce con tanto di piccone alla mano.
All’indomani del Concordato con la Chiesa, nel 1929, viene avviato l’intervento di distruzione dell’antico quartiere di Borgo Novo, per creare un collegamento tra San Pietro e il Tevere. Nel 1932 avviene l’inaugurazione del Foro Mussolini, l’attuale Foro italico, una delle strutture che meglio rappresenta lo stile architettonico del fascismo. Infine nel 1937 l’apertura del cantiere Eur 42, l’Esposizione universale per mostrare al mondo l’imponenza e la modernità della nuova Roma fascista. Come sostiene il Professore Emilio Gentile, autore dell’interessante libro “Il fascismo di pietra”, “chi attraversa oggi Roma dal Foro Italico fino all’Eur, assiste alla pietrificazione dell’ideologia fascista voluta da Mussolini durante gli anni del Regime. Non ci sono monumenti tra il 1925 e il 1940 che non siano stati segnati dall’esperienza fascista, per una Roma che sia capitale di un nuovo impero”.Da “città fredda e nemica”, nelle intenzioni di Mussolini, Roma deve diventare l’erede adeguata della grande città che era ai tempi dei romani