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Trasparenze. La poetica di Edoardo Tresoldi (2)
Seconda parte
Quando nel 2017 Forbes lo inserì tra i 30 under 30 più influenti d’Europa, Edoardo Tresoldi era già noto come “lo scultore dell’effimero”, capace di trasformare la rete metallica in architettura e poesia. Nella seconda puntata di Rai Cultura dedicata al suo lavoro, seguiamo l’evoluzione del suo percorso artistico.
Dopo le grandi installazioni che hanno definito il suo linguaggio di reti e trasparenze sospese, Tresoldi entra in una fase più matura: la materia si intreccia con il paesaggio e l’architettura diventa organismo vivente.
Nel 2018 viene invitato a realizzare un’opera per Arte Sella, il parco trentino che da oltre trent’anni accoglie artisti da tutto il mondo in dialogo con la natura. Tra il primo e il secondo sopralluogo di Tresoldi, la tempesta Vaia — un violento uragano che nell’ottobre 2018 devastò l’arco alpino sradicando milioni di alberi — aveva aperto nel parco una nuova radura. In quel vuoto nasce Simbiosi, un’installazione permanente che segna una svolta nel suo lavoro: per la prima volta Tresoldi inserisce elementi naturali nella scultura, raccogliendo le pietre del parco che si integrano nella struttura. L’opera diventa così un esempio di eco-architettura, dove arte e natura dialogano in armonia con l’ambiente circostante.
Edoardo Tresoldi Opera, 2020. Reggio Calabria. Foto di Roberto Conte
A Reggio Calabria, Tresoldi realizza nel 2020 Opera sul lungomare, un luogo dedicato alla contemplazione dello Stretto di Messina, mitologico perché teatro di antiche leggende, confine tra Sicilia e Calabria e simbolo di forze naturali imponenti. Le colonne modulano lo spazio, creando un ritmo architettonico che invita al raccoglimento e al dialogo con il paesaggio circostante.
A Venezia, nell’atrio delle Procuratie Vecchie, restaurate da David Chipperfield Architects e riaperte al pubblico nel 2022, si trova Monumento, una colonna imponente e trasparente di Tresoldi. L’opera dialoga con la storia e lo spazio dell’edificio, trasformando la materia in leggerezza e il vuoto in presenza, come se l’architettura stessa respirasse. Lo stesso artista spiega:
L’architettura monumentale è un canto che tralascia la funzione per ritualizzare un pensiero attraverso un atto plastico. La storia dei popoli è un flusso ereditario di figure retoriche che ciclicamente si ripropongono; ridefiniscono i propri significati e stabiliscono simbolismi che non solo abbiamo imparato a leggere ma che, generazione dopo generazione, abbiamo assorbito come una sorta di linguaggio latente dell’inconscio collettivo.”
— Edoardo Tresoldi
Con STUDIO STUDIO STUDIO, fondato nel 2019, Tresoldi avvia collaborazioni dirette con altri artisti, creando uno spazio di incontro e sperimentazione in cui diverse poetiche si contaminano e danno vita a opere nate dal dialogo e dal confronto.
Tra i progetti più ambiziosi in corso, spicca l’intervento sull’area archeologica di San Pietro a Bari. Il modello in scala, mostrato in copertina di questo articolo, anticipa come chiesa romanica, monastero, edificio civile e ospedale si intrecceranno in un’unica “matrioska” di epoche, trasformando secoli di storia architettonica in una narrazione stratificata e continua. Il cantiere attraversa quasi mille anni di memoria urbana e dovrebbe concludersi nel 2026.
Ed è forse in questo progetto che la sua ricerca trova la piena maturità: in quella tensione silenziosa tra costruzione e dissolvenza, dove l’opera si lascia guidare dal tempo, accogliendo passato e presente in un’unica armonia architettonica.
Di seguito il collegamento alla prima parte di: Transparenze. La poetica di Edoardo Tresoldi