Trasparenze. La poetica di Edoardo Tresoldi
Prima parte
C’è un filo invisibile che attraversa il lavoro di Edoardo Tresoldi: il dialogo tra l’uomo e il luogo, tra la materia e il paesaggio, tra la fisicità delle forme e la loro dissolvenza. È il Genius Loci, lo spirito dei luoghi, a guidare la ricerca dell’artista, che da anni traduce in opere di rete metallica la tensione tra presenza e assenza, tra corpo e spazio.
Edoardo Tresoldi Pensieri, 2014. Installazione temporanea per Oltre il Muro Festival, Sapri (SA)
Dalle prime figure umane alle grandi architetture sospese, Tresoldi ha progressivamente trasformato la rete in un mezzo di riflessione sulla presenza nello spazio. Opere come Pensieri o Control segnano le tappe di una ricerca che esplora il confine tra figurazione e architettura, tra visibile e invisibile. «Il lavoro con la trasparenza – spiega – mi ha portato a riflettere sui limiti, sui gradi di separazione che esistono tra noi e le cose. La relazione tra persone, paesaggio e oggetti è fatta di spazi che a volte si scontrano, altre volte si incontrano.»
Edoardo Tresoldi Basilica di Siponto, 2016. Installazione permanente Parco Archeologico di Siponto
Il punto di svolta arriva con Siponto, la grande installazione realizzata nel 2016 per il Ministero dei Beni Culturali, in cui la rete ricostruisce in forma eterea la basilica paleocristiana di Santa Maria Maggiore.
Siponto diventa così non solo un’architettura ricostruita, ma anche un modo per reinterpretare la memoria e restituirla al presente in una forma nuova, sospesa tra il visibile e il pensato.
Da quel momento, il linguaggio di Tresoldi si apre al mondo: dagli interventi in Medio Oriente e negli Stati Uniti alle grandi installazioni temporanee per festival come Coachella, dove l’opera Etherea — tre edifici trasparenti di diversa scala — trasforma l’architettura in una lente attraverso cui guardare il paesaggio e, allo stesso tempo, sé stessi.
Oggi, le opere di Edoardo Tresoldi continuano a interrogare il nostro modo di percepire lo spazio e la memoria. Le sue architetture immateriali non cercano di imporsi sul paesaggio, ma di dialogare con esso, restituendo allo sguardo una dimensione sospesa, dove l’arte diventa esperienza, e la trasparenza una forma di ascolto.
In copertina: Edoardo Tresoldi Etherea, 2018. Coachella Valley Music and Arts Festival, Indio CA, USA
ll racconto prosegue nel secondo episodio Trasparenze. La poetica di Edoardo Tresoldi (2)
Ho sempre sentito la necessità di cogliere la parte più spirituale dei luoghi in cui intervengo», racconta Tresoldi. Prima di intraprendere la sua ricerca artistica, l’artista ha lavorato nel cinema come scenografo: un’esperienza che gli ha insegnato a costruire mondi effimeri, strutture leggere, capaci di evocare senza appesantire. È da quella pratica che nasce la sua cifra estetica: la rete metallica come materiale trasparente e autoportante, strumento tecnico diventato nel tempo un linguaggio poetico.
Edoardo Tresoldi Pensieri, 2014. Installazione temporanea per Oltre il Muro Festival, Sapri (SA)Dalle prime figure umane alle grandi architetture sospese, Tresoldi ha progressivamente trasformato la rete in un mezzo di riflessione sulla presenza nello spazio. Opere come Pensieri o Control segnano le tappe di una ricerca che esplora il confine tra figurazione e architettura, tra visibile e invisibile. «Il lavoro con la trasparenza – spiega – mi ha portato a riflettere sui limiti, sui gradi di separazione che esistono tra noi e le cose. La relazione tra persone, paesaggio e oggetti è fatta di spazi che a volte si scontrano, altre volte si incontrano.»
Edoardo Tresoldi Basilica di Siponto, 2016. Installazione permanente Parco Archeologico di Siponto Il punto di svolta arriva con Siponto, la grande installazione realizzata nel 2016 per il Ministero dei Beni Culturali, in cui la rete ricostruisce in forma eterea la basilica paleocristiana di Santa Maria Maggiore.
È un progetto fondamentale nel mio percorso – dice Tresoldi – perché segna il passaggio da una ricerca più intima a una dimensione più complessa, dove arte, scienza e istituzioni dialogano attorno allo stesso tavolo».
Siponto diventa così non solo un’architettura ricostruita, ma anche un modo per reinterpretare la memoria e restituirla al presente in una forma nuova, sospesa tra il visibile e il pensato.
Da quel momento, il linguaggio di Tresoldi si apre al mondo: dagli interventi in Medio Oriente e negli Stati Uniti alle grandi installazioni temporanee per festival come Coachella, dove l’opera Etherea — tre edifici trasparenti di diversa scala — trasforma l’architettura in una lente attraverso cui guardare il paesaggio e, allo stesso tempo, sé stessi.
Oggi, le opere di Edoardo Tresoldi continuano a interrogare il nostro modo di percepire lo spazio e la memoria. Le sue architetture immateriali non cercano di imporsi sul paesaggio, ma di dialogare con esso, restituendo allo sguardo una dimensione sospesa, dove l’arte diventa esperienza, e la trasparenza una forma di ascolto.
In copertina: Edoardo Tresoldi Etherea, 2018. Coachella Valley Music and Arts Festival, Indio CA, USA
ll racconto prosegue nel secondo episodio Trasparenze. La poetica di Edoardo Tresoldi (2)