Rai Cultura
Mario Sironi - Nudo con fruttiera (Venere) - 1923 - Olio su tela - Acquisto da privato, Torino, 1959
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Giorgio de Chirico - Bagnante al sole (Arianna abbandonata) - 1931 - Olio su tela - Acquisto dalla Galleria Il Faro, Torino, 1933
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Giorgio de Chirico - Natura morta con salame (Vita silente di fette di salame e coltello) - 1919 - Olio su tela - Acquisto da collezione privata, Milano 1986
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Giorgio Morandi - Natura morta - 1948 - Olio su tela - Acquisto della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris dalla Pretura di Torino (Eredità giacente Pietro Rossini), Torino, 1982
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Francis Picabia - Le basier - Il bacio - 1925-1926 ca. - Olio su tela - Acquisto della Galleria Notizie, Torino, 1969
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Francesco Menzio - Nudo rosso - 1931 - Olio su tela - Acquisto della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris, Torino, 2018
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Carlo Levi - Aria - 1929 - Olio su tela - Dono di Luisa Levi, Torino, 1981
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Felice Casorati - Un uomo (L’uomo delle botti) - 1919-1920 - Tempera su tela - Dono di Ida e Benedetto Fiore, Torino, 1953
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Lucio Fontana - Scultura astratta (Scultura) - 1934 - Ferro colorato - Acquisto alla XXXIII Esposizione Internazionale Biennale d’Arte, Venezia, 1966
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Alberto Burri - Sacco - 1952 - Sacco, tele, acrilici e vinavil - Acquisto della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris da collezione privata, Roma, 1986
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Marc Chagall - Dans mon pays (Nel mio paese) - 1943 - Guazzo e tempera su carta applicata su tela - Acquisto alla XXIV Esposizione Internazionale Biennale d’Arte, Venezia, 1948
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Fausto Melotti - Scultura n. 15 (Composizione astratta) - 1935 - Gesso - Acquisto alla XXXIII Esposizione Internazionale Biennale d’Arte, Venezia, 1966
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Carla Accardi - Arciere su bianco - 1955 - Caseina su tela - Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT in comodato a / on loan to GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino
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Alberto Savinio (Andrea de Chirico) - Autoritratto in forma di gufo - 1936 - Tempera e carboncino su carta applicata su compensato - Acquisto da collezione privata, Torino, 1959
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Renato Guttuso - Candela e pacchetto di Tre Stelle - 1940 - Olio su tela - Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT in comodato a / on loan to GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino
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Massimo Campigli - Giocoliere - 1945-1946 - Olio e cera su tela - Acquisto della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris dalla Pretura di Torino (Eredità giacente Pietro Rossini), Torino, 1982
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Pinot Gallizio - La Gibigianna. Quinto quadro - Olio su tela con additivi e stesure a legante sintetico - 1960 - Acquisto dalla Galerie Otto und Marie-José van de Loo, Monaco di Baviera, 2007
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Pino Pascali - Omaggio a Billie Holiday (Labbra rosse) - 1964 - Tela dipinta a smalto su centine di legno - Acquisto della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris da collezione privata, Roma, 1985
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Alberto Magnelli - Lumière inondante - 1950 - Olio su tela - Acquisto dalla Galleria Martano, Torino, 1969
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Arturo Martini - La Forza. Gli Eroi (Bozzetto per il monumento al duca d’Aosta) - 1934 - Bronzo - Acquisto della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris da Christie’s, Milano, 1987
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Carol Rama - Ricordati di quegli anni e li fa schizzar via - 1967 - Vetro e smalto su tavola - Dono dell’artista per il Museo Sperimentale, Torino, 1967
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Giosetta Fioroni - La ragazza della TV - 1964 - Smalto su tela - Dono dell’artista per il Museo Sperimentale, Roma, 1967
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Mario Merz - Che fare? - 1968 - Cera e tubo fluorescente in recipiente di metallo - Acquisto della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris da Giulio Einaudi Editore SpA in A.S., Torino, 1991
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Mario Merz - Nella strada - 1967 - Tela bianca sagomata, materia plastica e tubo fluorescente - Dono dell’artista per il Museo Sperimentale, Torino, 1967
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Michelangelo Pistoletto - Divisione dello specchio - 1975 - Cornice antica e specchio - Acquisto della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris da Giorgio Persano, Torino, 1990
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Giulio Paolini - Requiem - 2003-2004 - Telai, cornice, stampa fotografica, riproduzioni fotografiche, fogli di disegno, cartella da disegno, lampada, contenitori, righello, matita, sedie, dimensioni variabili - Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT in comodato a / on loan to GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino
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GAM - Collezioni permanenti del Novecento

Ecco alcune opere delle Collezioni permanenti del Novecento della GAM, Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino, valorizzate dal nuovo allestimento a cura di Riccardo Passoni.

La GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino rinnova l’allestimento delle sue collezioni permanenti del Novecento con un nuovo percorso a cura del direttore Riccardo Passoni, che intende restituire la centralità all’opera d’arte. Il nuovo ordinamento è studiato per permettere il confronto, consentire il paragone necessario tra opera e opera: le sequenze di dipinti, sculture, installazioni sono affiancate da poche informazioni essenziali che introducono alla lettura degli stili diversi, di generazione in generazione, che gli artisti hanno elaborato.

Suddivise in diciannove spazi, le opere sono raccolte privilegiando un taglio storico-artistico che segue le principali correnti artistiche del secolo appena trascorso, ma anche dando rilievo alla storia delle collezioni civiche nel panorama artistico torinese, nazionale e internazionale. Inserite in questa narrazione si trovano alcune sale personali, nate dalla volontà di restituire il valore indiscusso di alcuni artisti, insieme alla possibilità offerta dalle nostre collezioni di presentarli con opere importanti.

La prima sala è dedicata a tre delle figure che maggiormente hanno influito, su diversi piani, sulla principale arte italiana e internazionale del Novecento. Giorgio de Chirico ha generato un nuovo modo di pensare l’opera d’arte, alla ricerca di una rappresentazione che fosse anche disvelamento filosofico. Giorgio Morandi ha sviluppato un culto della forma e delle sue illimitate varianti, in una sorta di disciplina concettuale, con una continuità mentale e temporale che permette di presentare, all’inizio del percorso, anche le sue tarde Nature morte. Infine Filippo de Pisis, che ha tramandato una lezione di libertà totale da condizionamenti di tipo accademico, ma anche da scelte avanguardistiche, creando quasi uno stile-ponte solitario tra Impressionismo e Informale.

A questa premessa fa seguito un ordinamento che, sala dopo sala, ripercorre alcune fasi fondamentali della storia dell’arte, rappresentate dai capolavori della collezione: dalle Avanguardie storiche con le opere di Umberto Boccioni, Gino Severini, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Otto Dix, Max Ernst, Paul Klee e Francis Picabia, alle stimolanti proposte artistiche nate a Torino tra le due guerre mondiali dove scorrono le opere della maggior parte dei Sei di Torino; dalla riscoperta e influenza di Amedeo Modigliani sugli artisti torinesi grazie anche agli studi di Lionello Venturi che teneva la cattedra di Storia dell’Arte all’Università di Torino, agli acquisti di dipinti e sculture per la collezione della GAM tra la fine degli anni Venti e tutti gli anni Trenta alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma.

La sezione dedicata all’Astrattismo italiano è rappresentata da artisti quali Fausto Melotti, Osvaldo Licini e Lucio Fontana, mentre le sale successive ripercorrono le vicende di Roma e la scuola di Via Cavour, indagano l’arte dopo Il 1945 tra Figurativo e Astratto e mostrano le sorprendenti acquisizioni di arte internazionale nel periodo post bellico nello spazio intitolato Per una Galleria Civica internazionale, dove troviamo artisti come Marc Chagall, Hans Hartung, Pierre Soulages, Tal Coat, Pablo Picasso, Jean Arp, Eduardo Chillida.

Gli anni Cinquanta sono stati, per quel che riguarda le ricerche sperimentali, gli anni dell’Informale, e anche la GAM conserva significativi esempi: dall’”Informale di segno” di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi e Antonio Sanfilippo alla rappresentazione in chiave Informale del paesaggio e della natura di Renato Birolli, Ennio Morlotti e Vasco Bendini. Un Informale certamente più veemente e radicale fu quello di Emilio Vedova e anche l’arte torinese fu coinvolta in queste dinamiche, tramite Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, o Paola Levi Montalcini.

Il facile linguaggio del New Dada e della Pop Art italiana e straniera (rappresentato tra gli altri da Piero Manzoni, Louise Nevelson, Yves Klein e Andy Warhol) cederà presto il passo ad un quadro rinnovato di concetti e materiali. Dopo un passaggio doveroso al Museo sperimentale di arte contemporanea che arrivò in dono alla fine del 1965 alla Galleria Civica d’Arte Moderna composto da un fondo che conta oggi 364 opere che intendevano rappresentare il più largo ventaglio di opzioni linguistiche di taglio innovativo e, appunto, sperimentale e qui rappresentato con una nutrita selezione di esempi, il nuovo allestimento culmina nell’esperienza dell’Arte Povera, che si aprì a un nuovo linguaggio, alla ricerca di una libertà totale dai condizionamenti. Sono rappresentati tutti gli artisti del movimento teorizzato nel 1967 da Germano Celant e approdato per la prima volta in un museo nel 1970 proprio nella Galleria d’Arte Moderna di Torino: Pier Paolo Calzolari, Mario Merz, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio.

Tutto il percorso è intervallato da sale personali dedicate: Felice Casorati che ha lasciato una lezione indelebile nel contesto torinese e nazionale, Arturo Martini che ha contribuito a cambiare le connotazioni della scultura italiana, Alberto Burri e Lucio Fontana che hanno modificato la veste materica e concettuale della loro opera influenzando l’arte internazionale dopo la seconda guerra mondiale. Grazie all’incremento delle collezioni possiamo ora riproporre, in un confronto di forte contrasto, il valore di azioni fondamentali quali la realizzazione del ciclo della “Gibigianna” di un altro artista al centro di relazioni internazionali, Pinot Gallizio.

A Giulio Paolini, infine, è stato dato spazio per l’esigenza dell'artista di mantenere sempre un rapporto necessitante con la storia dell’arte, i suoi segni e richiami, e il loro valore per una vivificazione concettuale della forma.