Rai Cultura

Il tuo browser non supporta video HTML5

Edgar Morin. Ragione e mentalità magica

Aforismi

Il filosofo Edgar Morin, in un'intervista dell'Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche del 1995, contesta quella razionalità occidentale, che a partire dal XVIII secolo si è ritenuta depositaria della ragione storica, considerando arretrate tutte le altre civiltà.
All'inizio del XIX secolo questa concezione ha dato luogo in antropologia alla teoria dei "primitivi" (popoli cacciatori e raccoglitori, come i boscimani del Kalahari, gli aborigeni d'Australia, gli indiani dell'Amazzonia). Secondo Morin quella di primitivi è una definizione impropria, si deve piuttosto parlare di società formate da uomini pluricompetenti, che hanno accumulato una cultura millenaria. Al tempo stesso, si è fatta strada l'idea che, per capire la mentalità di questi popoli si potessero usare le stesse categorie che usiamo per indagare la mente dei bambini e dei nevrotici. Questo procedimento ha trovato un critico severo in Wittgenstein che nelle Note sul Ramo d'oro di Frazer ha sottolineato l'inestricabile commistione di mentalità magica e di razionalità strumentale nei popoli cosiddetti primitivi.

Questa concezione etnocentrica ha diretto e giustificato l'imperialismo e il colonialismo, sviluppando come contropartita il mito dell'uomo di natura o buon selvaggio. Al processo di decolonizzazione si deve accompagnare oggi un lavoro di autocritica della razionalità occidentale.

Edgar Morin è nato a Parigi nel 1921. Sociologo, filosofo e antropologo, è tra le figure più prestigiose della cultura contemporanea, protagonista di dibattiti che spaziano dalla filosofia alla politologia, dalla sociologia del cinema all'epistemologia delle scienze umane. Le sue ricerche toccano problemi di pertinenza del mondo dei media, della biologia e delle scienze naturali, della società e della vita politica del Novecento. Fondatore negli anni Sessanta della rinomata rivista di cultura "Communications", autore di studi pionieristici in campo etnologico ("Indagine sulla metamorfosi di Plodémet"), di popolari interventi sul Sessantotto parigino e sulle rivolte studentesche ("La rivoluzione senza volto", "La Comune di Parigi del maggio '68"), di saggi sul totalitarismo sovietico ("La natura dell'URSS") e sulle sfide più pressanti per la civiltà europea nell'era della globalizzazione ("La nostra Europa"), Morin ha firmato la monumentale opera in sei volumi "Il metodo", pietra miliare della teoria della complessità, e dedicato gran parte della sua attività di ricerca a una riforma del pensiero, ribadendo la necessità di una conoscenza interdisciplinare che sia in grado di superare la separazione dei saperi tipica del nostro tempo. Insignito dei massimi riconoscimenti internazionali nel campo della saggistica, Cavaliere della Legion d'onore, attualmente è direttore di ricerca emerito del Centre national de la recherche scientifique (CNRS) e membro onorario del Centre Edgar Morin presso l'École des Hautes Études en Sciences Sociales.