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Marc Augé. L`antropologia della mobilità

Una mobilità obbligata

 Marc Augé, intervistato al Festival della Filosofia di Modena 2017 - Le forme del creare, parla di antropologia della mobilità, tema che è stato oggetto di un suo saggio del 2010.

L’antropologia della mobilità è un tentativo di riflettere sul fatto che, oltre alla mobilità del lavoro del sistema capitalistico, esiste anche una mobilità che non è volontaria ma obbligata dalla violenza o dalle difficili condizioni economiche e demografiche, costituita dai movimenti migratori che sono la traduzione degli squilibri profondi del genere umano.


Marc Augé, già directeur d’études presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, di cui è stato a lungo Presidente, dopo aver contribuito allo sviluppo delle discipline africanistiche ha elaborato un’antropologia dei mondi contemporanei attenta alla dimensione rituale del quotidiano e della modernità. Tra le sue opere tradotte di recente: Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità (Milano 1993); Tra i confini. Città, luoghi, interazioni (Milano 2007); Il mestiere dell’antropologo (Torino 2007); Il bello della bicicletta (Torino 2009); Il metrò rivisitato (Milano 2009); Per un’antropologia della mobilità (Milano 2010); Straniero a me stesso (Torino 2011); Futuro (Torino 2012); Per strada e fuori rotta (Torino 2012); Le nuove paure (Torino 2013); Etica civile: orizzonti (con L. Boella, Padova 2013); I paradossi dell’amore e della solitudine (Modena 2014); L’antropologo e il mondo globale (Milano 2014); Il tempo senza età. La vecchiaia non esiste (Milano 2014); Fiducia in sé, fiducia nell’altro, fiducia nel futuro (Roccafranca 2014); La forza delle immagini (Milano 2015); Le tre parole che cambiarono il mondo (Milano 2016); Un altro mondo è possibile (Torino 2017); Sulla gratuità. Per il gusto di farlo! (Milano 2018). È componente del Comitato Scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia.