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Silvio Perrella. Domenico Trischitta e Catania

Un Brancati pulviscolare

Silvio Perrella traccia un profilo dello scrittore Domenico Trischitta (Catania 1960), definendolo un Brancati pulviscolare, un Brancati che fa cadere i suoi racconti come grani di sale o di sabbia e che intreccia le storie partendo dalla città di Catania, un luogo urbano che lui sollecita dal punto di vista della memoria.
Perrella ricorda quando da ragazzo attraversava via Etnea, la via brancatiana per eccellenza, e risalendo verso l’Etna sentiva la dimensione di un cosmo nero, che per quanto naturale portava con sé ancora un elemento urbano. Questa realtà urbana e naturale così connesse sono, secondo Perrella, una caratteristica del modo di raccontare di Domenico Trischitta.

Catania è un luogo che ha un giù marino, una costa lavica formatasi dalle stratificazioni della lava etnea e un su vertiginoso, infinito, che è l’Etna, un cosmo che è un cosmo urbano duplicato da un cosmo naturale che dall’alto domina la città.



Silvio Perrella è nato a Palermo nel 1959. Da molti anni ha scelto di vivere a Napoli. Comincia come lettore di libri altrui (Calvino, 1999; Fino a Salgareda, 2003; Opere di Raffaele La Capria, 2014) e nel tempo trasforma la sua lettura-scrittura in una narrazione dello spazio urbano e dei sentimenti che lo abitano (Giùnapoli, 2006; L’Aleph di Napoli, 2013; L’alfabeto del mare, 2014; In fondo al mondo, 2014). I suoi viaggi nel lontano sono raccolti nell’ebook intitolato Le parole a piedi (2014).