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Giovanni Gentile e Benedetto Croce
Hervé A. Cavallera
In Croce e in Gentile era comune il gusto per la ricerca storica e ciò li spingeva a un approfondimento continuo e ad una comune opposizione al positivismo che la filosofia egemone del tempo. Entrambi rimproveravano al positivismo il carattere dogmatico, il fatto che i positivisti vedessero nella scienza la chiave di volta dell’universale.
L’incontro con Gentile spinge Croce a elaborare la sua filosofia dei distinti per sistemare in maniera organica quel mondo sul quale egli si era soffermato in saggi di varia umanità. Dal 1902 al 1917 Croce pubblica i volumi di Estetica, Logica, Filosofia della pratica e Teoria e storia della storiografia, affermando il primato della vita con la sua imprevedibilità.
Non veggo come possa proprio il Croce, che stacca politica e morale dalla filosofia, attribuendo ogni attività pratica a impulsi e sentimenti originariamente distinti dalle forme teoretiche dello spirito, attribuire a una filosofia le responsabilità della condotta di un filosofo; mentre pure egli non tralascia occasione di ammonire che le filosofie non possono avere conseguenze pratiche, né servire perciò alcun partito politico, generare cioè alcun programma pratico.
Giovanni Gentile, articolo del 1924 in “Giornale critico della filosofia italiana” ora in Frammenti di filosofia, a cura di H. A. Cavallera, Le Lettere, Firenze 1994, p. 197
Hervé A. Cavallera, già professore ordinario, ora onorario, di Storia della Pedagogia nell’Università del Salento, ove ha ricoperto le cariche di Direttore di Dipartimento, di Presidente di Corso di laurea, di Senatore accademico. È stato membro della Commissione ministeriale per la riforma della scuola durante il Ministero Moratti; consulente del Consiglio Nazionale delle Ricerche; coordinatore nazionale di alcuni Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) ed è tuttora, per il Ministero dell’Università, valutatore dei Progetti nazionali per la ricerca. È stato componente dei Comitati scientifici della “Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice”, della “Fondazione Giovanni Gentile per gli studi filosofici”, dell’ “Associazione di Studi Emanuele Severino”, dell’ “Associazione Internazionale di Ricerca Elémire Zolla”; socio del “Centro Italiano per la ricerca storico-educativa” (di cui è stato componente del Direttivo e attualmente socio onorario), del “Centro Interuniversitario di Bioetica e Diritti umani”, di cui è stato direttore, della “Società di Storia Patria per la Puglia”, di cui è vicepresidente, della “Società Italiana di Pedagogia”. Ha curato la pubblicazione delle “Opere complete” del filosofo Giovanni Gentile. Per la sua attività di studioso e per i suoi volumi ha ricevuto i seguenti premi: Stilo d’oro – X Premio Nazionale di Pedagogia (2000); XXXVIII Premio Lunigiana-Cinque Terre, sezione “saggistica” (2003); XXII “Premio Firenze” (2004); Premio “Capri-San Michele” (2007); XVIII Premio Internazionale di Pedagogia (2007), “Premio Internazionale Salvatore Valitutti” (2007). Presidente del Comitato scientifico del “Centro per la filosofia italiana”, è direttore di varie collane editoriali e componente di diversi comitati scientifici di riviste italiane e internazionali. È al momento autore di 83 volumi (33 monografie - tra le più recenti Storia delle dottrine e delle istituzioni educative, 2017, Il progetto di un mondo migliore. Il contributo degli illuministi salentini, 2023, Essere e tempo in Ugo Spirito, 2025 - 35 edizioni critiche; 15 curatele) e di centinaia di scritti scientifici apparsi su riviste italiane e internazionali.I suoi [di Croce] libri principali (Estetica, Logica, Filosofia della pratica) si sono proposti sempre la definizione dei concetti (bello, vero, utile, buono). Depurati questi concetti da ogni indebita commistione empirica, ridottili così a lame affilate per tagliare e ritagliare in un’analisi senza fine il vivente corpo della realtà, ecco l’interesse essenziale del filosofo: intelligere. Da questo modo di vedere il Croce non si è saputo mai liberare. È stato il limite del suo pensiero.
Giovanni Gentile, saggio pubblicato nel 1941, ora in Frammenti di filosofia, a cura di H. A. Cavallera, Le Lettere, Firenze 1994, p. 86