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Emanuele Cutinelli-Rèndina. Il Carteggio Croce-Gentile
La nuova Italia e l'organizzazione della cultura
Nel video Emanuele Cutinelli-Rèndina, Direttore del Dipartimento di studi italiani dell’Università di Strasburgo, intervistato in occasione del Convegno di studi Il Novecento filosofico italiano nel Carteggio Croce-Gentile, che si è tenuto il 27 e 28 maggio a Napoli nella sede dell’Istituto italiano per gli studi storici, parla dell’importanza del dialogo tra i due filosofi e della sua incidenza sulle strutture della società italiana.
Entrambi ministri della Pubblica istruzione, danno vita ad una riforma della scuola media superiore, che incide in profondità su generazioni di italiani, una riforma che porta il nome di Gentile ma che era stata concepita e forgiata da entrambi.I rapporti personali tra i due studiosi, che si incontrano alla fine del XIX secolo, sono una testimonianza della società italiana che avanza nei primi decenni dello Stato unitario nell’opera di costruzione della nuova Italia.
Emanuele Cutinelli-Rendina (Roma 1959) è dal 2004 professore ordinario di Civilisation de la Renaissance italienne presso l’Università di Strasburgo, dove nel 2010 ha fondato l’Istituto di studi romanzi. Studioso del pensiero politico, della storiografia e della memorialistica del XV e del XVI secolo, è membro del comitato scientifico per l’Edizione Nazionale delle Opere di Niccolò Machiavelli (Roma, Salerno edizioni, 2001 e sgg.), per la quale ha curato diversi volumi di scritti diplomatici, e del comitato scientifico dell’Enciclopedia Machiavelli (Roma, Istituto dell’Enciclopedia italiana Treccani, 2014), di cui ha coordinato la redazione scientifica. Oltre a monografie su Machiavelli (Chiesa e religione in Machiavelli, 1998 ; Introduzione a Machiavelli, 2013) e Guicciardini (2009), ha pubblicato numerosi studi sull’opera di Benedetto Croce. Nel 2022 è uscito il primo volume di una sua biografia del filosofo napoletano (Benedetto Croce. Una vita per la nuova Italia, Torino, Aragno editore).Croce e Gentile contribuiscono, alla fine del XIX secolo, a sprovincializzare la cultura italiana e una rivista di cultura come La Critica, che insieme nutrono per il primo ventennio del Novecento, è qualcosa che può essere paragonato alla televisione negli anni Cinquanta o alla radio negli anni Trenta e per questo io credo che questo carteggio sia ben degno di trovare dei lettori al di là della ristretta cerchia degli studiosi di storia della filosofia.