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Vittorio Gallese. Cosa significa essere umani?
Corpo, cervello e relazione per vivere nel presente
Partendo da questo punto di vista, cerchiamo di contrastare la visione individualista, oggi dominante, dell’essere umano, che privilegia la dimensione dell’”io”, affermando la centralità del “noi”.Il tema di cosa significa essere umani lo affrontiamo dalla doppia prospettiva della psicologia e delle neuroscienze. Il punto fondamentale è quello della relazione, perché noi come primati umani nasciamo immaturi, con un cervello che si sviluppa lentamente in un mondo di relazioni. La biologia ci dice che noi dipendiamo in tutto e per tutto dagli altri, innanzitutto dalle cure parentali che ci nutrono e ci proteggono e quindi che la relazione è centrale per capire cosa vuol dire essere umani.
Noi mettiamo in discussione un altro elemento che oggi caratterizza l’idea dell’umano, ossia che questo sia riducibile alla cognizione.
L’umano è parte del mondo della vita e noi, per essere quelli che siamo, dipendiamo non solo dagli ma anche dall’ambiente, “l’intorno è l’interno” e noi risuoniamo con l’ambiente.La mente è invece una mente incarnata, corporea e questo mette al centro il corpo, che non è semplicemente un veicolo per portare in giro una mente disincarnata, puramente algoritmica, ma è essenziale per capire in che cosa si sostanzia la nostra intelligenza.
Vittorio Gallese è Professore Ordinario di Psicobiologia presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Unità di Neuroscienze, dell’Università di Parma, Adjunct Senior Research Scholar al Dept. of Art History and Archeology, Columbia University, New York, USA e Einstein Fellow alla School of Mind & Brain della Humboldt Universität zu Berlin. È coordinatore del Dottorato di Ricerca in Neuroscienze e Direttore della Scuola Dottorale di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma. Neuroscienziato, tra i suoi contributi principali vi è la scoperta assieme ai colleghi di Parma dei neuroni specchio, e l’elaborazione di un modello neuroscientifico dell’intersoggettività, la Teoria della Simulazione Incarnata. La sua produzione scientifica è attestata da 300 pubblicazioni internazionali, dalla pubblicazione di due libri in qualità di autore e di tre libri in qualità di curatore. Ha vinto il Premio Grawemeyer per la Psicologia per l’anno 2007, ha ricevuto la Laurea Honoris Causa dall’Università Cattolica di Lovanio, Belgio nel 2010, l’Arnold Pfeffer Prize for Neuropsychoanalysis a New York nel 2010 e il Premio Musatti della Societa Italiana di Psicoanalisi nel 2014.L’umano non è centrale rispetto al mondo, men che meno nell’universo. ma è semplicemente un capitolo della vita.