Il tuo browser non supporta video HTML5
Elena Pigozzi, Le sarte della Villarey
La Resistenza di Ancona
Anna, la protagonista di Le sarte della Villarey, il romanzo di Elena Pigozzi pubblicato da Mondadori, ha diciotto anni e vive ad Ancona con il fratello minore, Milo. Il padre è in guerra e la madre è morta, siamo nel 1943, e la ragazza deve trovare un modo per mantenere sé stessa e Milo. Viene presa sotto l’ala protettiva di Alda, una cinquantenne vedova con quattro figlie sposate: insieme a lei lava e cuce i panni per i soldati della caserma Villarey. Tra il 15 e il 16 settembre di quell'anno i tedeschi occupano Ancona e chi non passa dalla loro parte viene arrestato. Per evitare le deportazioni dei soldati italiani in Germania, Alda inventa lo stratagemma di procurare loro travestimenti (per lo più da donna) e così riesce a farne evadere molti dalla caserma in cui sono rinchiusi. Al suo piano collaborano sia Anna sia suo fratello Milo, che scorta i fuggitivi fuori dalla città. Nel frattempo Elio Toaff, il giovane rabbino di Ancona, viene aiutato dal prete, a mettere in salvo gli ebrei dai loro aguzzini. Muovendosi tra la realtà storica e personaggi di finzione, Pigozzi getta luce su un episodio poco noto della Resistenza ai nazisti e celebra l'inventiva delle donne che fanno della loro invisibilità un grande punto di forza.
Elena Pigozzi (1968) è scrittrice e giornalista. Come giornalista ha lavorato per il Gazzettino, il Corriere della Sera, Vivimilano, Duel, il Touring Club e altre riviste. È dottore di ricerca in Linguistica applicata e Linguaggi della comunicazione, diplomata alla scuola di specializzazione in Comunicazioni sociali dell’Università Cattolica di Milano, laureata in Lettere e Filosofia e in Economia e Commercio. Gestisce il sito Parole in libera uscita.E Pietro che si sforza di essere lucido, ma davanti a sé vede la madre e vede anche Alda, Mimma, e la giovane Laura. E vorrebbe raccontarle ogni cosa, veloce come arrivano i ricordi. Sì, madre. Sono Pietro. La guerra è una brutta bestia che divora ogni cosa, che semina male e disperazione. Ma se sono qui è perché ci sono donne come te. Che hanno imparato che sono le mani che cambiano il mondo. Che il bene si impara facendolo.