Rai Cultura
1963: Sonny Rollins suona con Coleman Hawkins, uno dei giganti del jazz di ogni tempo. Newport, (Rhode Island, U.S.A.).
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1965: Sonny Rollins durante un concerto parigino del Sonny Rollins Trio, con Art Taylor alla batteria e Gilbert Rovere al contrabbasso.
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1966: Sonny Rollins e l’attrice Edwina Carol al Plaza Theatre di Londra per assistere alla prima di Alfie, il nuovo film del regista britannico Lewis Gilbert con protagonista Michael Caine di cui Rollins ha composto le musiche.
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1970s: ritratto di Sonny Rollins.
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1970s: Sonny Rollins a New Paltz, N.Y., durante un concerto all’aperto.
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1970s: Sonny Rollins fotografato a New Paltz, N.Y., durante un concerto all’aperto.
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1972: Sonny Rollins al Monterey Jazz Festival.
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1993: Sonny Rollins nella suite del suo hotel, il Royal Monceau di Parigi, prima di un concerto a Saint Denis.
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1994: Sonny Rollins e Clifton Anderson (trombonista) alle prese con il soundcheck prima di un concerto.
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2000: Sonny Rollins firma le copie del suo nuovo CD, Sonny Rollins al Borders Columbus Circle, a New York City.
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2006: Sonny Rollins nella sua casa di Germantown, N.Y. Due anni dopo la morte di Lucille, moglie e manager, Rollins finanzia e pubblica il suo nuovo album, "Sonny, Please".
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2006: Sonny Rollins si esibisce al Vienne Jazz Festival, nel sud-est della Francia.
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2007: Sonny Rollins riceve il Polar Music Prize dal re svedese Carl XVI Gustaf alla Concert Hall di Stoccolma.
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2007: Sonny Rollins si esibisce a Umbria Jazz, a Perugia.
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2007: Steve Reich, compositore, tra i padri del Minimalismo, e Sonny Rollins posano durante una conferenza stampa a Stoccolma. Entrambi hanno ricevuto il Polar Music Prize dal re svedese Carl XVI Gustaf.
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2007: Steve Reich, compositore, tra i padri del Minimalismo, e Sonny Rollins a Stoccolma. Entrambi hanno ricevuto il Polar Music Prize dal re svedese Carl XVI Gustaf. Rollins mostra il pugno alzato, come simbolo della lotta per i diritti civili dei neri americani.
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2008: Sonny Rollins si esibisce al Gasteiz Jazz Festival di Vitoria, città basca dello Stato Spagnolo.
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2009: Sonny Rollins si esibisce per la prima volta al Nice Jazz Festival.
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2011: il presidente degli U.S.A. Barak Obama conferisce a Sonny Rollins la Nat'l Medal of Arts, per il suo straordinario contributo alla musica jazz americana.
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2011: Sonny Rollins e Meryl Streep durante un ricevimento presso la Sala Est della Casa Bianca. Per i loro successi e contributi all’arte, entrambi sono stati premiati con la Nat'l Medal of Arts.
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2011: Sonny Rollins posa con il segretario di Stato Hillary Rodham Clinton, l’ex Presidente Bill Clinton e gli altri vincitori, assieme a lui, della Nat'l Medal of Arts: Meryl Streep, Neil Diamond, Barbara Cook, e Yo-Yo Ma.
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2012: Sonny Rollins indica il manifesto della quarantesima edizione di Umbria Jazz. Per l’occasione, Perugia ha reso onore a Rollins, alla sua carriera e al suo legame con la città e con la manifestazione, donandogli il Baiocco d’oro del libero comune, antica moneta della città.
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2015: Sonny Rollins parla al Concerto di Gala annuale della Jazz Foundation of America. Al suo fianco, l’attore e attivista Danny Glover.
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2017: Foto dell’archivio personale di Sonny Rollins, che comprende anche centinaia di registrazioni, pagine di notazione musicale, spartiti, riviste, appunti, lettere scambiate con la moglie Lucille, che ha gestito la sua carriera a partire dagli anni Settanta. L’archivio è stato acquisito dallo Schomburg Center for Research in Black Culture, ed è parte del patrimonio della New York Public Library.
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2017: Oggetti dell’archivio personale di Sonny Rollins, che comprende centinaia di foto, registrazioni, pagine di notazione musicale, spartiti, riviste, appunti, lettere scambiate con la moglie Lucille, che ha gestito la sua carriera a partire dagli anni Settanta. L’archivio è stato acquisito dallo Schomburg Center for Research in Black Culture, ed è parte del patrimonio della New York Public Library.
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2017: una pagina di quaderno dell’archivio personale di Sonny Rollins, che comprende centinaia di foto, registrazioni, notazioni musicali, spartiti, riviste, appunti, lettere scambiate con la moglie Lucille, che ha gestito la sua carriera a partire dagli anni Settanta. L’archivio è stato acquisito dallo Schomburg Center for Research in Black Culture, ed è parte del patrimonio della New York Public Library.
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Alla ricerca della perfezione

I novant'anni di Sonny Rollins

A volte, in una famiglia sono gli zii a fare la differenza. Soprattutto se suonano il sax. È il caso dei Rollins. Theodore Walter, "Sonny" per gli amici, era accerchiato: tra i genitori, originari delle isole Vergini e appassionati di musica da ballo caraibica, e il fratello, violinista classico, spunta uno zio sassofonista che ama il blues e che dà una sterzata agli orientamenti musicali del nipotino. Sonny Rollins, a undici anni, imbraccia quello stesso strumento e non lo lascerà mai più. Nemmeno oggi, nel 2020, che ha compiuto novanta anni.

Gli idoli del giovane Sonny sono quelli di tutti i sassofonisti e degli amanti del jazz degli anni Quaranta: i capiscuola del sax tenore, Coleman Hawkins e Lester Young, così divergenti tra loro, eppure “fusi” nelle sue sonorità; Charlie Parker (sax alto), che di quella musica e di quello strumento ha rivoluzionato il lessico; Dexter Gordon, tra i primissimi a perfezionare, sul sax tenore, il linguaggio del be bop. E poi, Thelonious Monk, J. J. Johnson, Bud Powell, Miles Davis, Dizzie Gillespie, Art Blakey, Sonny Stitt, John Lewis, Max Roach, Ornette Coleman coi quali, a partire dal 1949, suonerà e otterrà i primi successi e la rapida crescita di una meritata fama.

Tra le sue prime composizioni ad imporsi c’è Freedom suite, del febbraio 1958, con la quale si schiera apertamente dalla parte di Martin Luther King e delle lotte per i diritti civili degli afroamericani.

L’America ha radici profonde nella cultura nera: le sue espressioni di gergo, il suo umorismo, la sua musica. Quale ironia che il Nero, che più di ogni altro può rivendicare come propria la cultura dell’America, sia perseguitato e represso; che il Nero, che nella sua stessa esistenza ha dato tanti esempi di umanità, sia ricambiato con un trattamento inumano
Sonny Rollins

Rollins è un artista tormentato, esige molto da se stesso, è alla ricerca, estenuante, della perfezione. Alla fine degli anni Cinquanta, sente il bisogno di ritirarsi dalle scene per approfondire lo studio dello strumento.

Si era messo a studiare il sassofono con accanimento, come se dovesse ricominciare tutto da capo, e aveva tanto insistito con gli esercizi che era stato costretto dalle proteste dei vicini di casa a scegliersi un posto isolato per far pratica sullo strumento. Trovò allora che nessun luogo andava meglio del ponte di Williamsburg, che collega Manhattan con Brooklyn, a poca distanza da casa sua. Spesso, a fargli compagnia, arrivava Steve Lacy, un altro sassofonista perennemente alla ricerca di se stesso. Il ponte di Williamsburg sarebbe entrato fra le leggende del jazz.
Arrigo Polillo, ’Jazz’

Nel 1961, torna da leader con esibizioni dal vivo e incisioni in studio. Negli anni successivi, si avvicina alle filosofie orientali, viaggia e suona in Europa, compone colonne sonore per il cinema, alternando sovraesposizioni a pause di raccoglimento.

Fino al 2012, ultima data in cui si è esibito in pubblico, è rimasto un improvvisatore con pochissimi eguali e uno dei più importanti tenorsassofonisti jazz a cui, da parte di prestigiose organizzazioni culturali e istituzionali americane ed europee, sono stati tributati numerosi riconoscimenti.