Rai Cultura
Roscoe Mitchell, al sax alto, si esibisce al Teatro Campoamor durante la chiusura del Festival Jazz di Oviedo nelle Asturie (Spagna settentrionale), 2004
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Joseph Jarman al sax tenore, 1978
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La violoncellista Tomeka Reid, guest star dell'Art Ensemble di Chicago, si esibisce al festival October Revolution in Jazz & Contemporary Music a Philadelphia, 2017
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Joseph Jarman, al sax tenore, si esibisce al Festival di Mont-de-l'Enclus (Belgio), 1969
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L’Art Ensemble Of Chicago si esibisce al Teatro Campoamor durante la chiusura del Festival Jazz di Oviedo nelle Asturie (Spagna settentrionale), 2004
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Roscoe Mitchell al sax alto ©(Guy Le Querrec)/Magnum/Contrasto
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Lester Bowie, Joseph Jarman e Malachi Favors al Theatre Musical de Paris, 1984 © (Guy Le Querrec)/Magnum/Contrasto
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Roscoe Mitchell al sax alto © (Guy Le Querrec)/Magnum/Contrasto
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Malachi Favors al contrabbasso © (Guy Le Querrec)/Magnum/Contrasto
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Joseph Jarman, nelle inconsuete vesti di chitarrista, al Festival di Amougies (Belgio), 1969 © (Guy Le Querrec)/Magnum/Contrasto
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Malachi Favors e Joseph Jarman alla stazione di Tolone (Francia), il giorno dopo il loro concerto al festival di Châteauvallon, 1976 © (Guy Le Querrec)/Magnum/Contrasto
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In primo piano, Malachi Favors; in secondo piano, Frank Wright (guest star, sax tenore); sullo sfondo s’intravede Alan Silva (guest star, basso, violoncello, violino). Festival di Amougies, 1969 © (Guy Le Querrec)/Magnum/Contrasto
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Joseph Jarman al Festival di Amougies, 1969 © (Guy Le Querrec)/Magnum/Contrasto
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Il contrabbassista Henri Texier (Michel Portal Unit) con Malachi Favors al Théâtre Musical de Paris © (Guy Le Querrec)/Magnum/Contrasto
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L'Art Ensemble of Chicago & Cecil Taylor al Théâtre Musical de Paris, 1984 © (Guy Le Querrec)/Magnum/Contrasto
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Roscoe Mitchell prima del soundcheck per il concerto al Le Mans Europa Jazz Festival, 1997 © (Guy Le Querrec)/Magnum/Contrasto
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Malachi FAVORS al Festival di Amougies (Belgio), 1969 © (Guy Le Querrec)/Magnum/Contrasto
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Joseph Jarman al flauto. Ollioules (Francia), 1976 © (Guy Le Querrec)/Magnum/Contrasto
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Art Ensemble of Chicago

L'idea della continua ricerca

L’Art Ensemble of Chicago è stato, probabilmente, tra i “messaggeri” più stimolanti e originali delle esplorazioni musicali e sociali negli “anni della contestazione” e oltre. Molto oltre. Creativi rivoluzionari, sperimentatori di nuovi modelli di rapporti sociali sono, infatti, uno dei gruppi più longevi della storia del jazz: dalla fondazione alla metà degli anni Sessanta del Novecento all’ultimo album, We Are On The Edge (A 50th Anniversary Celebration), inciso nel 2019, nonostante la morte di due fondatori, Lester Bowie (tromba) e Malachi Favors (contrabbasso), e il ritiro di Joseph Jarman (sax). Ancora oggi, Roscoe Mitchell (sax e flauto) e Famoudou Don Moye (percussioni), con formazioni variabili, proseguono l’avventura e gli intenti dell’Ensemble.

Tutti ci dicevamo che andava bene sperimentare qualsiasi cosa ci piacesse provare: vedi, se è un po’ diverso va bene, fallo se ti sembra giusto. Così è questa l’atmosfera in cui […] tutti noi della «Scuola di Chicago», se vuoi chiamarla così, elaboravamo i nostri percorsi individuali. Ma c’è qualcosa in comune, se si guarda a tutto l’insieme, e questo elemento comune è l’idea della continua ricerca
Joseph Jarman

L’Art Ensemble of Chicago è stata interprete di spettacolari performance sul palcoscenico, anzi, sui palcoscenici di tutti i continenti, dove, assieme a loro e alla loro musica, erano e sono protagonisti centinaia di strumenti, versi poetici, brani teatrali, maschere, costumi tradizionali africani e asiatici, in un’inesauribile esplosione di colori, note, movimenti e parole.

Dagli esordi individuali nelle prime «palestre musicali» - scuole, chiese e famiglie - della Chicago del secondo dopoguerra, fino al successo planetario di critica e pubblico e il contratto con l’ECM Records, passando per la partecipazione all’Association for the Advancement of Creative Music (Aacm); la permanenza a Parigi, che era stata appena percorsa dalle inquietudini e dalle effervescenze del "maggio"; le tournée in Europa; il ritorno negli Stati Uniti.

Le rivoluzionarie pratiche musicali dell’Art Ensemble affondavano le loro radici anche nelle recenti scoperte dell’Association for the Advancement of Creative Music (Aacm). Negli anni Sessanta i membri dell’Aacm individuarono nuovi mezzi per integrare improvvisazione e composizione, «ibride» modalità di creazione musicale mai immaginate prima dai jazzisti o dai compositori d’avanguardia. L’Art Ensemble portò a un livello più elevato lo stile ibrido caratteristico dell’Aacm, sviluppando una prassi unica di esecuzione che combinava l’improvvisazione di gruppo con degli ‘intermedia’ (poesia, teatro, costumi, movimento) e un ampio repertorio di composizioni scritte
Paul Steinbeck, storico del jazz

La storia dell’Art Ensemble è, sì, la storia di una formidabile jazz band, ma, anche, quella di un intero mondo musicale, sociale e politico, e delle generazioni di professionisti e di appassionati che lo hanno attraversato.