Attraverso Rodin

L'influenza del maestro francese nella scultura italiana del primo Novecento

Nel primo decennio del Novecento Auguste Rodin dominava lo scenario della scultura europea come un gigante con il quale confrontarsi, un passaggio obbligato per trovare la strada verso la modernità. La Galleria Nazionale d’Arte Moderna ha presentato una mostra incentrata sulla diffusa e trasversale influenza esercitata in Italia dal maestro francese, a partire dalla risonanza suscitata dalla sala personale dedicata a Rodin presso la Biennale di Venezia del 1901, la prima dedicata ad un artista straniero. Da quel momento la fama di Rodin fu crescente fino ad arrivare a forme di celebrazione come se fosse un genio della scultura contemporanea. 

Uno dei motivi principali della penetrazione di Rodin in Italia è legata al nesso dell’opera dello scultore francese con l’opera di Dante e Michelangelo. La scultura di Rodin andava a toccare dei temi che erano propri della cultura italiana che era orientata verso il nazionalismo e verso ideologie che miravano al recupero della tradizione medievale ma anche rinascimentale.

Nella mostra oltre quaranta opere di artisti italiani, tra i quali Domenico Trentacoste, Libero Andreotti, Giovanni Prini, Medardo Rosso, Umberto Boccioni, evidenziano come i temi e le forme proprie della concezione plastica di Rodin costituiscano un forte impulso al rinnovamento della scultura italiana agli inizi del secolo e un modello ispirativo che arriva fino alle soglie degli anni Quaranta.

ll servizio è stato realizzato  da RAI Cultura in occasione della mostra D'Après Rodin. Scultura italiana del primo Novecento, allestita presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma nel 2014