Quel ritratto che Boldini dovette rifare

Franca Florio, la regina di Sicilia

Una delle opere iconiche più belle, non solo di Boldini, ma dell’intera storia dell’arte
Sergio Gaddi

I siciliani la chiamavano Donna Franca, la regina di Sicilia, il Kaiser Gugleilmo II l'aveva soprannominata Stella d'Italia, mentre Gabriele D' Annunzio la definì l'Unica.
Stiamo parlando di Franca Florio, discendente di una famiglia dell'aristocrazia siciliana, ma, soprattutto, moglie di Ignazio Florio, uno dei più importanti e ricchi imprenditori dell'inizio del secolo scorso.
La celebre coppia, al centro della vita mondana della Palermo di quegli anni, era il punto di riferimento di una élite internazionale, che trascorreva tra Palermo e Taormina, lunghi periodi dell'anno.
Era dunque logico che Ignazio Florio, nel 1901, commissionasse il ritratto di Franca Florio a Giovanni Boldini, il pittore che meglio di altri aveva ritratto la mondanità parigina della Belle Epoque.

La bellezza assoluta del quadro dimostra la capacità di Boldini di creare l’atmosfera e il movimento nella posa, nell’atteggiamento, nello sguardo e nella sensualità della donna.
Sergio Gaddi

Il grande pittore ferrarese si trasferì da Parigi a Palermo, e, ospite dei Florio, si mise immediatamente all'opera. Quando, però, il ritratto di Franca Florio fu pronto e venne mostrato a don Ignazio, questi andò su tutte le furie per la sensualità assoluta della scollatura troppo pronunciata, la spalla scoperta e il vestito troppo corto.
Che cosa accadde allora? Ce lo racconta in questa intervista lo storico dell'arte Sergio Gaddi.

Questo servizio è stato realizzato da RAI Cultura nel 2017