Giorgio de Chirico e l'Inghilterra

In 62 anni ben 85 mostre del maestro italiano

Victoria Noel-Johnson, studiosa di Giorgio de Chirico, ha indagato un aspetto del maestro della Metafisica finora poco noto, ossia, il rapporto del pittore con la cultura del Regno Unito. Questi studi di Noel-Johnson hanno dato vita al corposo volume "De Chirico and the United Kingdom (1916-1978)" , pubblicato nel 2017.

Il volume nasce da una curiosità dell’autrice suscitata dalla lettura della prefazione a un catalogo del 1928, realizzato per una mostra di de Chirico a Londra, in cui l’autore scriveva di aver conosciuto le opere del maestro italiano durante la Prima Guerra Mondiale.

In dieci anni di ricerche l'autrice ha indagato oltre cinquecento documenti su sessant’anni di attività di de Chirico dai quali emerge che il maestro è stato presente in Inghilterra con oltre 85 mostre organizzate tra il 1916 e il 1978, anno della sua scomparsa. 
De Chirico, infatti, ebbe una grande influenza sul Surrealismo britannico, nato in netto ritardo rispetto a quello francese.

Sarà proprio la partecipazione di de Chirico alla mostra surrealista organizzata a Londra nel 1936 che renderà note le opere del padre della Metafisica al grande pubblico inglese

Dallo studio approfondito dei carteggi, inoltre, viene alla luce una controversia tra l'artista e la Tate Gallery londinese svoltasi tra il 1962 e il '64. Dopo la 
scoperta di tre dipinti falsi che il museo esponeva siglati con la firma autografa, de Chirico esortava a rimouverli. Una vicenda ricostruita attraverso l'ampio carteggio tra l'artista e il direttore della Tate, che testimonia lo stupore di de Chirico per la leggerezza con cui il museo aveva esposto i suoi quadri senza prima interpellarlo per un parere di autenticità.

Un'altra curiosità del libro, è il rapporto che emerge tra de Chirico e il collezionista inglese Roland Penrose, il quale possedeva ben diciotto opere dell'artista assieme a quattro disegni del primo periodo metafisico, tra i quali, uno di questi oggi considerato un "falso di Max Ernst".

Molti surrealisti copiavano le opere di de Chirico a riprova dell’interesse che questi artisti nutrivano per il maestro metafisico

De Chirico, a sua volta, nel testo inedito Pensieri dell'Arte (1938), esprimeva la sua ammirazione per il paesaggista inglese John Constable, assunto come modello da seguire nella sua battaglia contro il modernismo in favore della antica tradizione pittorica.