La Casa Museo di Toti Scialoja

Pittura, poesia e memorie private

È possibile che l'esperienza della pittura m'abbia permesso questo abbandono alla parola, fede nella parola, nel suono, indispensabili per fare poesia. La mia pittura nasce all'interno delle potenzialità del colore e della pennellata, da un agire nell'ignoto, giacché non vi è un'immagine che precede il quadro. Così non esistono né una problematica né un racconto che precedano la poesia: la poesia si costituisce all'interno della pregnanza della parola.

Così scriveva Toti Scialoja (Roma, 1914-1998), artista poliedrico e prolifico, che la Fondazione a lui intitolata consente di conoscere e riscoprire attraverso un percorso museale ricco di opere, documenti originali e di memorie private.

La casa conserva e descrive tutta l’evoluzione artistica di Scialoja, a partire dai primi disegni degli anni Quaranta fino al suo approccio ad una pittura decisamente informale, espressionistica, fatta con stracci con spugne e con materiali diversi rispetto al pennello. Vi si  conservano anche alcune delle sue famose impronte realizzate per la prima volta a Procida nell’estate del 1956 e le opere che documentano il suo ritorno alla pittura con stracci, spugne e pennelli grossi, fino ad arrivare al periodo di Gibellina caratterizzato da dipinti decisamente più luminosi rispetto al passato.
Antonio Tarasco

La Casa Museo del pittore romano e di sua moglie Gabriella Drudi, dotata di un archivio dichiarato di interesse nazionale e di una vasta collezione che ripercorre le tracce dei rapporti stretti da Scialoja con gli amici artisti, vuole proporsi come un luogo aperto al dialogo e alla ricerca estetica.

Il servizio è stato realizzato da Rai Cultura nel 2014 in occasione dell'inaugurazione della Casa Museo di Toti Scialoja. 
Per saperne di più: www.fondazionetotiscialoja.it