L'arte ecologica di Piero Gilardi

Il dialogo tra energia della natura e tecnologia

Il suo progetto più ambizioso, è il Parco d’Arte Vivente della Città di Torino, che ama considerare un “incubatore di coscienza ecologica”. Un’opera aperta, in continuo divenire, avviata da Piero Gilardi nel 2002 con l’obiettivo di trasformare la quotidianità in uno spazio estetico collettivo e riassuntiva del pensiero e della poetica dell’artista piemontese. Cinquant’anni di attività attraversati dalla sensibilità per le tematiche ambientali e sociali, sin dagli esordi negli anni Sessanta.

Pioniere del dialogo tra arte e tecnologia, Gilardi realizza nel 1963 la sua prima mostra personale Macchine per il futuro, due anni più tardi concepisce i celebri Tappeti Natura in poliuretano espanso. Negli anni Ottanta la sua ricerca si concentra ad esplorare le potenzialità delle tecnologie informatiche approdando ad un capitolo fondamentale, e ancora aperto, del proprio percorso espressivo: quello definito da lui stesso New media Art. 

L’artista torinese racconta a Rai Cultura il proprio impegno per “un’arte ecologica” e presenta Inverosimile: un’installazione realizzata nel 1989 e riallestita eccezionalmente per la prima volta in un museo italiano. Esperienze ludiche dove si fondono saperi e tecniche diversi, le  opere di Gilardi propongono sempre una riflessione su temi di grande attualità come la sostenibilità ambientale, la biopolitica e le conseguenze insite nello sviluppo tecnologico.

 Vi potrebbe interessare anche La scultura ecologica di Alessio Deli