Le biblioteche dell'antichità

I luoghi del sapere a Roma

Bruciò nel 192 d.C., la Biblioteca Pacis, con l’immenso tesoro delle pergamene, dei codici, dei ricchi arredi che la decoravano. Fondata da Vespasiano, costituì un vivace centro polifunzionale che accolse studiosi di ogni disciplina.
Indaga sui luoghi della cultura nell’antica Roma e ne ricostruisce un’articolata mappa, la mostra La Biblioteca Infinita, nata proprio dalla necessità di ricomporre in un contesto unitario i risultati dei più recenti scavi nel Templum Pacis, e di presentare la scoperta avvenuta nel 2008, di un altro importante polo culturale romano: gli Auditoria di Adriano. 

I luoghi del sapere, a Roma, erano fondamentalmente le biblioteche, che erano annesse, di solito, a grandi complessi monumentali come fori, terme, palazzi imperiali. L’altro polo, a Roma, della diffusione del sapere, erano gli Auditoria, cioè queste grandi sale che prendono piede soprattutto in età imperiale per la divulgazione delle opere a cura degli stessi autori.  
Roberto Meneghini, curatore della mostra

Centoventi i reperti esposti, tra statue, affreschi, rilievi, strumenti e supporti di scrittura, che documentano l’evoluzione del libro e della lettura nel mondo greco-romano, dall’età ellenistica all'età tardo antica, e restituiscono, attraverso uno scenografico allestimento, gli ambienti delle biblioteche pubbliche e private, come quella presso la Villa dei Papiri di Ercolano, dove si scambiava e custodiva il sapere.

Questa mostra tende anche a far vedere cosa l’archeologia ci ha permesso di fare per integrare ciò che le fonti antiche letterarie non ci dicono
Roberto Meneghini, curatore della mostra

Questo servizio è stato realizzato da RAI Cultura nel 2014, in occasione della mostra La Biblioteca Infinita. I luoghi del sapere nel mondo antico. Roma, Anfiteatro Flavio