Sulle trincee della Grande Guerra

Da Carrà a Sironi: come gli artisti hanno raccontato il conflitto

Il servizio è stato realizzato da RAI ARTE in occasione della mostra Sironi e la grande guerra. L’arte e la prima guerra mondiale dai futuristi a Grostz e Dix, Museo Palazzo de’ Mayo, Chieti, 2014.
Il 25 maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria. Lo stesso giorno Mario Sironi e l’intero nucleo futurista milanese, si arruolano nel Battaglione Volontari Ciclisti. Tutti si addestrano per cinque lunghi mesi in prossimità delle trincee, poi ad ottobre, attesissimo, arriva il battesimo del fuoco, esperienza che alimenta e talvolta cambia per sempre, la vita e l’arte.
Come gli artisti, da Balla a Carrà, da Léger a Grosz e Dix, da Previati a Nomellini, abbiano rappresentato la tragica esperienza del conflitto, è il percorso proposto nella mostra curata da Elena Pontiggia e allestita nel Museo di Palazzo de’Mayo di Chieti. Cuore dell’esposizione è la figura di Mario Sironi, di cui per la prima volta vengono analizzate organicamente le opere della stagione 1915-1918 e la tematica della guerra, che ricorre nella sua pittura ben oltre quegli anni.

Gli uomini debbono essere governati. Lasciati liberi di fare quello che vogliono significa incrementare la bestialità e il disordine.
Mario Sironi

Un racconto che inizia dalle vignette satiriche contro gli Austro-Tedeschi, tra cui quelle realizzate per la rivista Il Montello, diretta da Bontempelli, e attraverso i commoventi ritratti di soldati e ufficiali, giunge a opere monumentali come Soldati e Vittoria alata, il cartone per l’affresco L’Italia fra le scienze e le arti, realizzato per l’Aula Magna dell’Università La Sapienza a Roma.