Laura Federici

Un luogo qualunque

Sono stata in Siria, una prima volta nel 1998, un viaggio da cui ho fatto dei lavori…Da questa cosa è nata una collaborazione che è durata dal 1998 al 2005, e io sono andata anche due volte l’anno in Siria a fare mostre, a lavorare con gli studenti, ho fatto dei workshop, delle lezioni, è stato un lavoro molto bello perché la Siria era un posto meraviglioso, facile, accogliente in cui si lavorava veramente bene.      
Laura Federici

In un mondo dove siamo tutti di passaggio ogni opera dell’artista Laura Federici si sofferma su un momento qualunque in un posto ovunque.  Ama riprendere i non-eventi casuali e in seguito individua il fotogramma di un attimo che trova intrigante, lo stampa su tela, e ne fa la sua versione aggiungendo sfumature, ombre e colori a sua scelta.  

La prima volta che sono venuta a Roma avevo, tipo otto anni. Mi hanno preso alla stazione degli amici  e sono arrivata a casa loro passando sulla tangenziale, e a me è sembrato un posto meraviglioso.    
Laura Federici

RAI Cultura vi propone un video-ritratto dell’artista nata a Rieti, che vive e lavora a Roma, e qua di seguito una sua poesia che illustra quali siano i suoi principali fonti d’ispirazione

Un luogo qualunque
di Laura Federici

dei paesi mi interessano i luoghi qualunque
quelli in cui ci si perde
i posti in cui si aspetta prima di iniziare un viaggio
in cui il tempo è sospeso e non sta accadendo nessun particolare evento
spazi in transito
mettersi su un bus un tram
e lasciar scorrere quello che passa dal finestrino
sedersi in un angolo lungo la strada
e farsi scorrere il tempo
dimenticare dove e quando

mi piacciono i luoghi di passaggio
quelli in cui non si arriva mai

dove nessuno guarda nessuno
ognuno sospeso dentro di se
tra i suoi pensieri
i momenti intimi
e il viaggio, lo spostamento ne è denso

odio la macchina fotografica
non sopporto l'idea di scegliere l'oggetto
il tema
e allora giro con una piccola telecamera
e la lascio scorrere sulle cose senza guardarci dentro
come un compagno di viaggio
due occhi in più
la lascio aperta a fianco e lascio che il suo sguardo si posi
poi
torno con il ricordo nei luoghi
il sapore che mi hanno lasciato
guardo le immagini
trovo dei frammenti dell'atmosfera che ricordo
seleziono dei fotogrammi
li ricompongo a creare l' immagine che inseguo col pensiero
quella di un luogo che non c'è
ma racconta il sentimento che quello spazio ha lasciato in me
roma
la tangenziale
ne bella ne brutta
per me è la prima immagine di questa città
avevo 10anni e venivo dalla provincia
roma l'avevo conosciuta dalla televisione dalla pubblicità dell'amaro...dove una cinquecento bianca girava intorno al colosseo e da una gita di quarta elementare dove avevamo visitato i fori e la fantastica macchia bianca dell'altare della patria...
e un giorno,
al ritorno delle vacanze,
vengo a trovare gli amichetti del mare
e il viaggio in auto verso la loro casa ci porta su questo nastro di ferro, la lunga griglia continua del parapetto grigio forato
ci accompagna nel volo sulla città
io
gli occhi di fuori
non parlo d'altro
e di quanto fosse orribile
e di come poteva esistere un luogo cosi
eppure non ricordo altre immagini di quei giorni
solo quella
quando ci sono tornata da studente fuori sede è qui che ho cercato la mia stanza
la sera ho aspettato il tram dotto questo tetto
incantata
e quando ho cercato un immagine che raccontasse roma è questa la prima che ho scelto