Caravaggio alla Galleria Borghese

La collezione di Scipione Borghese presentata da Anna Coliva

La Galleria Borghese ospita sei dei dodici dipinti posseduti in origine dal cardinale Scipione, nipote del pontefice Paolo V, noto estimatore del promettente artista lombardo.

Il Giovane con canestra di frutta e Autoritratto in veste di Bacco o Bacchino malato, dipinti giovanili di Caravaggio, eseguiti tra il 1595 e il 1596, provengono dal gruppo di opere che nel 1607 furono confiscate al Cavalier d'Arpino dopo la pretestuosa incarcerazione per possesso illegale di archibugi. Il pittore, per essere rilasciato, fu costretto a cedere la propria quadreria alla Camera Apostolica, donata in seguito da Paolo V al nipote Scipione Borghese, presumibile autore della pianificata sottrazione il quale, come si ipotizza, con la stessa spregiudicatezza riuscì ad acquisire per una cifra irrisoria anche la Madonna dei Palafrenieri (1606) dopo la rimozione dall’altare in San Pietro per il quale era stata ideata.
Secondo quanto tramandato da Giovanni Pietro Bellori San Girolamo realizzato tra il 1605 e il 1606 fu tra le prime opere di Caravaggio ad entrare a far parte della collezione di Scipione.

Davide con la testa di Golia (1609-1610) e San Giovanni Battista (1610), testimonianze estreme della folgorante parabola artistica di Caravaggio, dipinti nei mesi precedenti la morte, si presume fossero le tele destinate al cardinale Scipione, quale dono da recapitare al pontefice Paolo V per ottenere il perdono e il ritorno in patria.