Liu Bolin il camaleonte cinese

L'invisibilità visibile

Il governo cinese ha demolito il suo studio nel 2005, perché le sue sculture non erano gradite. Fino ad allora, l’artista cinese Liu Bolin era prevalentemente uno scultore, ma quell’esperienza ha provocato in lui l’invenzione di un nuovo linguaggio artistico imposto dalle circostanze e, in seguito, si è concentrato sulla fotografia.

In quel momento la mia mente si è improvvisamente aperta. Realizzai che potevo usare il mio corpo, delle fotografie, delle installazioni, per presentare le mie idee. Liu Bolin

Dovendosi per forza “acclimatare” per sopravvivere artisticamente, si “immedesima” con gli ambienti che lo circondano e, come se fosse un camaleonte, si mimetizza nelle foto che lo ritraggono. Ma è proprio il quasi non farsi vedere che fa sì che la sua presenza si nota di più. Nella cultura cinese l’uomo è parte della natura, si pensa che l’uomo debba seguire la natura per poter liberare la propria natura umana. Così, nelle mie opere si può dire che vi siano punti di similitudine con la cultura cinese tradizionale: sembra che io sparisca, ma sono unito nella natura. Liu Bolin In pochi anni,

Liu Bolin ha acquisito una fama mondiale come uno degli artisti più conosciuti sulla scena contemporanea.

In quest’intervista in esclusiva per RAI Cultura svela i suoi progetti artistici e condivide i propositi molto profondi che si celano dietro i suoi ritratti, che, in un primo momento, potrebbero sembrare molto POP.

Credo che un artista debba far riflettere la società con l’intento di un migliore sviluppo ideologico sociale.
Liu Bolin

Questo servizio è stato realizzato via Skype da RAI Cultura nel 2013.