Rigenerazione urbana e concorsi di architettura

Un intervento del Presidente dell'OAR

Flavio Mangione, presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia, interviene sull’urgenza della rigenerazione urbana, oggetto anche di studi finalizzati a migliorare il volto della Capitale. In particolare, sotto i riflettori la riqualificazione di spazi pubblici che potrebbero ridare valore all’edilizia cittadina come sono le piazze, con due interventi nel secondo municipio mirati a restituire spazi fondamentali per la socializzazione e l’incontro. Tra le prossime iniziative, con una diretta partecipazione dell’Ordine anche il rilancio del Centrale del Tennis nell’area del Foro Italico, “il più importante parco tematico sportivo in Italia”, dove si interverrà su strutture moderne, novecentesche, di particolare pregio formale.

La necessità di modificare il paesaggio urbano per adeguarlo alle esigenze del presente impone una riflessione sul valore strategico del concorso di architettura, considerato lo strumento principale, la via maestra per la diffusione della qualità dell’architettura e la riqualificazione del patrimonio architettonico del nostro Paese.

Il concorso di progettazione tutela la committenza e deve essere considerato un’occasione ineludibile di confronto culturale tra linguaggi e visioni diverse: “la straordinarietà del concorso”, sottolinea Flavio Mangione “si evince anche dal fatto che in passato i progetti che non hanno vinto hanno dato molto alla storia della critica e dell’architettura. I concorsi sono lo strumento che garantisce la trasparenza, selezionano i progetti in base a criteri di qualità e devono portare alla realizzazione delle opere."

L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia è stato istituito nel 1923, con Legge 1395, e opera sotto l’alta vigilanza del Ministero della Giustizia. Quello di Roma è tra i più numerosi in Europa. Tra le missioni dell’OAR c’è l’attività di formazione per i propri iscritti, anche con uno slancio verso l’internazionalizzazione degli architetti italiani, esportando conoscenza e competenze: non mancano progetti ideati per esportare il know how in altri contesti quali, ad esempio, quelli dei Paesi del Mediterraneo, Iran, Marocco, Libia, Etiopia, dove sono in atto le sfide per restaurare e tutelare il patrimonio architettonico.