Henri Cartier-Bresson

La geometria della visione

Prima di scattare, aspettava il momento più intenso. L’istante fugace e decisivo che rivelava al suo sguardo una realtà dalla forma rigorosa, costruita secondo un ritmo di superfici, di linee e di valori.

A quel punto, l’occhio ritaglia il soggetto e alla macchina non resta che fare il suo lavoro, cioè imprimere sulla pellicola la decisione dell’occhio
Henri Cartier-Bresson

Nel 2014, a dieci anni dalla morte, lo straordinario intuito visivo del fotografo francese – definito, a buona ragione, “l'occhio assoluto”, è stato celebrato in una retrospettiva ponderosa, curata da Clément Chéroux. Oltre cinquecento opere tra fotografie, disegni, dipinti, film e documenti, le più importanti icone, ma anche le immagini meno conosciute, per una lettura approfondita e inedita del cammino artistico del grande maestro, che, al tempo stesso, raccoglie e “rappresenta” la storia del Novecento. Dal Surrealismo alla Guerra Fredda, dalla Guerra Civile Spagnola alla Seconda Guerra Mondiale e alla decolonizzazione, Cartier-Bresson è stato, infatti, uno dei testimoni più attenti del secolo appena trascorso.

L’uomo e la sua vita, così breve, così fragile, così minacciata. Io mi occupo quasi esclusivamente dell’uomo. I paesaggi sono eterni, io vado di fretta…
Henri Cartier-Bresson


Questo servizio è stato realizzato da RAI Cultura nel 2014, in occasione della mostra Henri Cartier-Bresson, Roma, Museo dell’Ara Pacis

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