Charlotte Salomon, talento perduto nella Shoah

Un misto di pittura, musica e testi.

Il servizio è stato realizzato da Rai Arte in occasione della mostra Charlotte Salomon. Vita o Teatro al Palazzo Reale di Milano nel 2017.
E' una storia che toglie il fiato quella di Charlotte Salomon, di quelle che quando qualcuno inizia a raccontartela non puoi che rimanere in ascolto.
Nata nel 1917 a Berlino, è l'unica ebrea ad essere acccolta come allieva all'Accademia di Belle Arti della città tedesca, che però dovrà lasciare dopo soli tre anni a causa delle sempre più stringenti leggi contro gli ebrei.
Rifugiatasi in Francia, vicino Nizza, presso una ricca americana che già ospitava i nonni, Charlotte Salomon scopre che la madre, esattamente come farà poco dopo la nonna e, prima di lei la zia, si è suicidata, e, da quel momento, cercherà consolazione nell'arte. Prende infatti a comporre un' opera, intitolata Vita? O Teatro?, un misto di pittura, musica e testi, in cui in 1325 fogli, realizzati tra il 1940 ed il 1942, racconterà l'infanzia felice, gli studi, la rielaborazione del suicidio della madre, la fuga dal nazismo.
Nel 1943 Charlotte Salomon sposa un profugo tedesco, Alexander Nager, proprio mentre la Gestapo occupa miltarmente quella parte della Francia.
Lei fa appena in tempo ad affidare la sua opera ad un medico in cui riponeva piena fiducia, prima di essere arrestata insieme al marito. In attesa di un bambino da pochi mesi, viene trasferita ad Auschwitz dove probabilmente morirà il giorno stesso del suo arrivo, il 10 ottobre del 1943.
Fin qui la sua tristissima biografia, ma la storia non finisce qui: il medico che aveva avuto in consegna la sua opera, la consegna all'americana che l'aveva ospitata e questa si mette in contatto col padre di Charlotte, fortunatamente scampato alla furia nazista.
Anni dopo, il prezioso lascito viene affidato al Museo storico ebraico di Amsterdam e pian piano la fama di Charlotte Salomon comincia ad espandersi, anche grazie alle numerose mostre organizzate in tante importanti capitali europee ma anche in America. Ora finalmente anche l' Italia, Milano in particolare, le dedica un'esposizione.
Noi ci siamo fatti raccontare dal curatore Bruno Pedretti, altri particolari sulla vita di Charlotte Salomon, il significato di diverse sue opere, i rimandi ad altri importanti pittori, come ad esempio Tiziano, e così abbiamo avuto la possibilità di ascoltare un ritratto davvero a tutto tondo di questa giovane artista che ha vissuto solo 26 anni ma ha lasciato sicuramente un segno importante.