Kandinskij e il Muro rosso. Destino

La spiritualità della sua arte

La linea geometrica è un ente invisibile. Essa è la traccia lasciata dal punto in movimento, quindi un suo prodotto. Essa è sorta dal movimento – e precisamente attraverso l'annientamento della quiete suprema in sé conchiusa nel punto. Qui ha luogo il salto dalla staticità al dinamismo. La linea costituisce dunque la massima opposizione all'elemento pittorico primigenio – il punto. In senso stretto la linea può essere designata come un elemento secondario.
Vasilij Vasilievich Kandinskij

Protagonista dell’avanguardia russa, Vasilij Vasilievich Kandinskij (Mosca 1866 – Neuilly-sur-Seine 1944) propone un’interpretazione dell’astrazione che propone un paesaggio molto semplificato. Il dato reale viene rielaborato dall’artista e assume forti valenze spirituali soprattutto attraverso l’uso del colore, in molti casi protagonista della tela. L’astrazione si trasforma così in un moto spirituale, assume connotazioni liriche ed evocative.

L'arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro.
Vasilij Vasilievich Kandinskij

Muro rosso. Destino è un’opera che molto bene documenta la poetica del grande artista russo. La linea rossa che taglia in modo trasversale la tela, protagonista del dipinto, trasmette una forte impressione cromatica. Il paesaggio è molto semplificato e le figure, che sembrano ruotare intorno alla linea rossa, sono legate a quel destino citato nel titolo.

Il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull'anima. Il colore è il tasto, l'occhio il martelletto, l'anima è il pianoforte dalle molte corde.
Vasilij Vasilievich Kandinskij

Claudia Salaris, storica dell’arte, illustra il dipinto.