L'arte contemporanea invade Palermo: ecco Manifesta

Quando arte e società dialogano in armonia

Save The Date ci racconta Manifesta 12. Il Giardino Planetario. Coltivare la Coesistenza, la Biennale nomade europea che fa dialogare arte e società e che nel 2018 ha fatto tappa anche a Palermo. Città che sta diventando un nodo sempre più importante all'interno di un network di movimenti di scala planetaria con dinamiche in continua evoluzione.

Prima ancora di Manifesta, in questa città, siamo il simbolo dell'accettazione della diversità, anzi, dell'esaltazione della diversità.
Paolo Inglese

Tra gli artisti presenti figura Jeliti Atiku che propone una perfomance basata sulle percezioni e ispirata all'orto botanico. Le protagoniste sono delle specie particolari di piante e alberi che non sono originarie di Palermo ma sono giunte da altre Paesi. Raccontano storie di migrazioni e si prestano quindi come allegoria del fenonemo dell'immigrazione dei giorni nostri. Questa performance percettiva coinvolge cinquantuno persone che si esibisocno portando delle piante sulla testa e hanno il corpo dipinto di verde.
Iacopo Bedogni invece, lavora sulla percezione e sulla permanenza della memoria cinematografica nella cultura della città di Palermo, analizzando quello che oggi certi messaggi cinematografici continuano a significare per la città. E' un lavoro che nasce nell'archivio di Stato di Palermo, dove sono stati trovati alcuni documenti sulla libertà.

Nel Cinquantasei c'è un faldone che riguarda Vittorio De Seta, i carabinieri lo fermarono perchè sospettato di essere un simpatizzante del Partito Comunista nonostante fosse un aristocratico. Per dissensi economici era costretto a svolgere attività cinmeatrografica e fotografica.
Iacopo Bedogni

Abbiamo intervistato il curatore Ippolito Pestellini Laparelli, il Direttore dei Giardini Botanici Paolo Inglese, Iacopo Bedogni e Nicolò Massazza dei Masbedo, gli artisti Khalil Rabah e Jeliti Atiku, i curatori Valentina Bruschi e Ignazio Mortarello.