GAMeC

La Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo


La Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo è uno spazio poliedrico in cui convivono mostre temporanee, progetti dedicati alle collezioni e attività di mediazione, integrazione e didattica per diverse fasce di pubblico. Un’officina della cultura visiva, un luogo di indagine, sperimentazione e divulgazione dei linguaggi della modernità, in confronto continuo con le istanze del nostro tempo.

Modello virtuoso di gestione condivisa pubblico-privato, la GAMeC si trova di fronte all’edificio neoclassico che ospita l’Accademia Carrara, negli spazi un tempo occupati dal quattrocentesco Monastero delle Dimesse e delle Servite. Il restauro dell’edificio, affidato alla fine degli anni Novanta allo Studio Gregotti Associati International, ha consentito il recupero di oltre 2000 metri quadrati, di cui 1500 destinati a spazi espositivi.

Valorizzazione delle collezioni, vocazione alla ricerca, attenzione al dialogo tra le discipline, sostegno ai talenti artistici e curatoriali emergenti, internazionalità: questi i cardini che caratterizzano la Galleria, da sempre aperta alla collaborazione, nel senso più ampio del termine, tra istituzioni pubbliche e private, su scala cittadina, nazionale e internazionale.
Dal 2018 Lorenzo Giusti è direttore della Galleria.

La storia della GAMeC è la storia delle sue raccolte d’arte, frutto di una sequenza di preziose donazioni, espressione della lungimiranza e della generosità di artisti internazionali e di collezionisti del territorio bergamasco. 
Una storia in divenire, segnata dall’impegno di un’intera comunità che, in tempi diversi, ha affidato alla Galleria lasciti e comodati, in un arco temporale che dal 1991 – anno di fondazione – arriva fino a oggi. 




Attorno a questa storia nasce La Collezione Impermanente, una piattaforma di ricerca, espositiva e laboratoriale che riflette sul carattere dinamico – e per certi aspetti contraddittorio – di una collezione solitamente definita per mezzo dell’attributo contrario (permanente) e che, attraverso una serie di appuntamenti, ha messo in campo un’azione programmatica che è andata a costituire allo stesso tempo uno strumento di ricerca sul patrimonio custodito, uno spazio di riflessione sul collezionismo e sulle politiche istituzionali di acquisizione e un terreno di sperimentazione curatoriale.