Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea
Nella reggia sabauda le espressioni artistiche più aggiornate
Inaugurato nel 1984, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea trova sede in una monumentale residenza sabauda recuperata nell’assoluto rispetto dell’architettura e della decorazione settecentesca e restaurata per accogliere le espressioni artistiche più aggiornate del nostro tempo.
Le collezioni, esposte nelle ventidue sale affrescate del castello, documentano i momenti cruciali dello sviluppo dell’arte contemporanea in Italia e all’estero dagli anni Sessanta ad oggi, e testimoniano l’attività di ricerca del museo, un centro di sperimentazione che, sin dall’apertura, ha favorito la diffusione delle opere di artisti giovani e delle tendenze più radicali, ponendosi come un riferimento imprescindibile del settore a livello internazionale.
Il nucleo fondante e identitario del Museo è rappresentato dalla collezione di arte povera, un movimento che ha operato prevalentemente nella città di Torino e in territorio piemontese, con personalità come Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio, Mario Merz, Alighiero Boetti, Luciano Fabro. La collezione si è arricchita di testimonianze della transavanguardia e di opere iconiche come Novecento di Maurizio Cattelan, e attualmente comprende circa quattrocento opere.
Nel Duemila la Manica Lunga, l’edificio seicentesco nato per ospitare la pinacoteca di Carlo Emanuele, viene recuperato e destinato all’allestimento delle mostre temporanee e nel 2019 il Castello di Rivoli ottiene la gestione della Collezione di Francesco Federico Cerruti, circa mille opere, tra libri antichi, arredi, scultore e pitture che spaziano dal medioevo al contemporaneo. E’ il primo museo d’arte contemporanea al mondo a incorporare una raccolta classica, enciclopedica, un’operazione che conferma la filosofia che ha caratterizzato l’attività dell’istituzione piemontese, l’intenzione di creare un modello nuovo di museo in cui l’arte del passato è osservata da prospettive contemporanee innescando un dialogo unico tra collezioni, artisti d’oggi e i capolavori del passato.
Le collezioni, esposte nelle ventidue sale affrescate del castello, documentano i momenti cruciali dello sviluppo dell’arte contemporanea in Italia e all’estero dagli anni Sessanta ad oggi, e testimoniano l’attività di ricerca del museo, un centro di sperimentazione che, sin dall’apertura, ha favorito la diffusione delle opere di artisti giovani e delle tendenze più radicali, ponendosi come un riferimento imprescindibile del settore a livello internazionale.
I giovani artisti, i giovani in generale, hanno visto in questo pellegrinaggio a Rivoli il modo di capire la contemporaneità e, forse, anche di prevedere il futuro.
Carolyn Christov-Bakargiev, Direttrice Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea
Il nucleo fondante e identitario del Museo è rappresentato dalla collezione di arte povera, un movimento che ha operato prevalentemente nella città di Torino e in territorio piemontese, con personalità come Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio, Mario Merz, Alighiero Boetti, Luciano Fabro. La collezione si è arricchita di testimonianze della transavanguardia e di opere iconiche come Novecento di Maurizio Cattelan, e attualmente comprende circa quattrocento opere.
Nel Duemila la Manica Lunga, l’edificio seicentesco nato per ospitare la pinacoteca di Carlo Emanuele, viene recuperato e destinato all’allestimento delle mostre temporanee e nel 2019 il Castello di Rivoli ottiene la gestione della Collezione di Francesco Federico Cerruti, circa mille opere, tra libri antichi, arredi, scultore e pitture che spaziano dal medioevo al contemporaneo. E’ il primo museo d’arte contemporanea al mondo a incorporare una raccolta classica, enciclopedica, un’operazione che conferma la filosofia che ha caratterizzato l’attività dell’istituzione piemontese, l’intenzione di creare un modello nuovo di museo in cui l’arte del passato è osservata da prospettive contemporanee innescando un dialogo unico tra collezioni, artisti d’oggi e i capolavori del passato.
Abbiamo avviato un percorso di committenza di opere d’arte ispirate a singoli momenti della collezione Cerruti, quindi da un certo punto di vista la collezione Cerruti non è inerte, è generatore di nuova arte, di nuova ricerca, di nuovi saperi.
Carolyn Christov-Bakargiev, Direttrice Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea