I tre artisti
Franco Angeli, Tano Festa e Mario Schifano
Franco Angeli, Tano Festa e Mario Schifano. Anime seducenti che hanno delineato la storia dell’arte contemporanea degli anni Sessanta con la loro Pop Art ‘made in Italy’. Una corrente artistica intrisa di citazionismo culturale che ha segnato un ‘prima’ e un ‘dopo’ nella tradizione e nella produzione artistica italiana ed europea.
Erano pittori visionari, che vagavano per i vicoli della Città eterna. “Freddi nell’arte, caldi nella vita” senza la minima volontà di vivere un’esistenza normale. Non aspiravano a una vita ordinaria, contagiati dalla stessa febbre di vivere di chi non ha freni; decisero di mettere alla prova i loro fisici e le loro personalità senza accusare l’idea di aver passato un limite. Insomma, delle vere rockstar. Vivevano a stretto braccio con i corniciai, gli artigiani e piccoli artisti del tridente capitolino. Il loro quartier generale era Piazza del Popolo, nello specifico un bar che ancora oggi è lì, sempre pieno, affollato da politici, turisti e personaggi della televisione: il caffè Rosati. Questi tre artisti non li nota nessuno all’inizio, se non liberi pensatori e qualche aristocratico colpito più dalla loro eccentricità che dai loro lavori. Ma vivono negli anni del boom e capiscono prima degli altri che quel periodo avrebbe regalato a loro tre e a molti italiani l’opportunità di sperimentare cose nuove, sebbene l’esplosione della corrente pop italiana sarebbe stata ben diversa dalla pop art americana. Alla fonte dell’ispirazione a stelle e strisce c’erano i marchi della grande distribuzione, mentre in Italia si partiva dalla grande eredità culturale: i quadri di Leonardo Da Vinci per esempio.
Erano pittori visionari, che vagavano per i vicoli della Città eterna. “Freddi nell’arte, caldi nella vita” senza la minima volontà di vivere un’esistenza normale. Non aspiravano a una vita ordinaria, contagiati dalla stessa febbre di vivere di chi non ha freni; decisero di mettere alla prova i loro fisici e le loro personalità senza accusare l’idea di aver passato un limite. Insomma, delle vere rockstar. Vivevano a stretto braccio con i corniciai, gli artigiani e piccoli artisti del tridente capitolino. Il loro quartier generale era Piazza del Popolo, nello specifico un bar che ancora oggi è lì, sempre pieno, affollato da politici, turisti e personaggi della televisione: il caffè Rosati. Questi tre artisti non li nota nessuno all’inizio, se non liberi pensatori e qualche aristocratico colpito più dalla loro eccentricità che dai loro lavori. Ma vivono negli anni del boom e capiscono prima degli altri che quel periodo avrebbe regalato a loro tre e a molti italiani l’opportunità di sperimentare cose nuove, sebbene l’esplosione della corrente pop italiana sarebbe stata ben diversa dalla pop art americana. Alla fonte dell’ispirazione a stelle e strisce c’erano i marchi della grande distribuzione, mentre in Italia si partiva dalla grande eredità culturale: i quadri di Leonardo Da Vinci per esempio.