La scuola di Piazza del Popolo

La scuola esplode negli anni 60

La scuola di Piazza del Popolo esplode negli anni 60 e coincide con il boom economico del nostro Paese: un clima di ottimismo, di vitalità, di aperture e di dinamismo; questi tre artisti ne sono artefici (insieme ad altri) e sono la chiave dei passaggi dall’arte informale alla figurazione. Si muovono in una Roma che conserva un’anima “ottocentesca”.

Sono affascinati dalla modernità dei nuovi palazzi del villaggio olimpico anche se il loro quartier generale è Piazza del Popolo. Emilio Villa e Cesare Vivaldi - due critici d’arte - sono i primi ad accorgersi di loro e a intuire il loro bisogno di libertà espressiva. Siamo pur sempre negli anni 60/70 e i comunisti e gli intellettuali Dc li guardano ancora con grande diffidenza. Per loro la scuola di Piazza del Popolo è ancora troppo enigmatica.

L’ Italia aveva delle ferite profonde, usciva da una guerra umiliante e pittori e critici dibattevano su cosa fosse giusto dipingere: basta con le rappresentazioni dell’uomo! Si discute sui modelli americani e si intuisce l’irrompere del prepotente immaginario americano.