Olafur Eliasson

L'arte che risveglia i sensi e le coscienze

Classe 1967, metà danese, metà islandese, Olafur Eliasson è conosciuto a livello internazionale per i suoi progetti artistici su larga scala ospitati in musei e spazi pubblici di tutto il mondo e per le sue istallazioni architettoniche.  Vive lavora tra Copenaghen e Berlino dove nel 1995 ha fondato il suo studio multidisciplinare, una sorta di hub artistico dove oggi  lavorano  un centinaio di persone tra architetti, artigiani, storici dell’arte, archivisti, programmatori, tecnici scientifici e anche cuochi.  E’ qui che nascono e prendono forma i suoi spettacolari progetti all’insegna della sperimentazione di materiali e di tecniche diverse.

L’arte di Eliasson è una ricerca sulla percezione e sul movimento, in relazione allo spazio che ci circonda. Un’esplorazione dei fenomeni naturali e atmosferici, la luce, il colore, sia nel loro aspetto scientifico che per il loro impatto sulla vita umana.
Tre sono i motivi ricorrenti nei suoi lavori:  la geometria e quindi  l'interesse a studiare le forme e misurare il mondo;  la percezione del mondo e come cambia con la luce e il colore; e infine la natura e l'impegno per l'ambiente.

Con The weather project (2003) ha ricreato un enorme sole artificiale all’interno della Turbine Hall della Tate Modern di Londra richiamando l’attenzione di due milioni di persone e  cambiando il modo di percepire l’arte e il suo rapporto con lo spettatore che è continuamente invitato a riflettere sulle modalità con cui si relaziona all’ambiente circostante.

La formula “Seeing yourself sensing “, coniata dall’artista stesso, descrive bene questa esperienza di percezione immersiva  e consapevole dove chi guarda diventa anche parte integrante dell’esperienza artistica. In Riverbed del 2014-2015 al Louisiana Museum in Danimarca, il visitatore si trovava di colpo calato in un paesaggio naturale roccioso, attraversato da un corso d’acqua. Alla Reggia di Versailles nel 2016 ha creato molte installazioni tra cui cascate e banchi di nebbia.

Una riflessione sulla natura non può prescindere dai danni causati dai cambiamenti climatici in atto, dallo sfruttamento delle risorse naturali, dall’inquinamento. I progetti di Eliasson hanno lo scopo di farci riflettere anche su questo. L’arte diventa mezzo per sensibilizzare le persone a comportamenti più responsabili ed ecosostenibili. Con Ice Watch (2014),  fece arrivare direttamente dall’Islanda enormi blocchi di ghiaccio con i quali invase la piazza del municipio di Copenaghen. Performance ripetuta nel 2015 a Parigi e nel 2018 a Londra.

“Consentendo alle persone di toccare davvero i blocchi di ghiaccio spero si creerà un legame più profondo tra loro e quello che ci circonda. Auspico anche che questo progetto ispirerà in loro cambiamenti radicali. Dobbiamo riconoscere che insieme abbiamo il potere di intraprendere azioni individuali e di spingere per un cambiamento sistemico. trasformiamo le conoscenze sul clima in azioni per il clima.”
Nel suo lavoro emerge anche l'attenzione a tematiche etiche e sociali, come nel Green light. An artistic workshop alla 57esima Biennale di Venezia o la sua lampada solare Little Sun (2012) per portare a basso costo i prodotti a energia solare nelle zone del mondo senza corrente elettrica.

Nel 2019 alla Tate Modern di Londra la retrospettiva In real life ha ben documentato la sua ultima ricerca, focalizzata sempre di più sulla dimensione ambientale e sociale.