Il Castello della Manta in provincia di Cuneo

Luogo dell'amor cortese in terra di Saluzzo

Donato al Fai nel 1985 da Elisabetta De Rege Provana, il Castello della Manta è aperto al pubblico dal 1986. Si staglia sullo sfondo delle Alpi del Cuneese, dove per primo abitò Valerano, signore del Marchesato di Saluzzo. 

Tra gli interni dal sapore medievale spicca il Salone Baronale dove si conserva una delle più stupefacenti testimonianze della pittura quattrocentesca, con mitici eroi vestiti come cavalieri ed eroine come dame di corte rappresentati dinnanzi alla fonte dell’eterna giovinezza. Gli affreschi del Salone Baronale sono tra i più importanti e meglio conservati cicli della pittura cortese in Italia. Cavalieri e dame dai raffinatissimi abiti sfilano mostrando nei dettagli la moda di un’epoca lontana. E sono tante le leggende di amori contrastati e di fantasmi che ancora oggi pare si aggirino lungo i corridoi del maniero: il Moro, giovane straniero, di cui si innamorò incautamente la figlia del castellano, o la Dama Bianca con i suoi numerosi amanti, che disturba con dispetti chi passeggia nelle sue stanze.

I lavori di restauro hanno permesso di riportare all’originaria conformazione la Galleria delle Grottesche, ambiente che collega il Salone delle Grottesche e la Camera di Michele Antonio, le due sale principali dell’appartamento di rappresentanza di Michele Antonio Saluzzo della Manta, risalente a metà del XVI secolo. Nei prossimi anni si concluderà questa fase di interventi sull’ala cinquecentesca del Castello con il restauro e il riallestimento del locale ora adibito a biglietteria e bookshop, originariamente utilizzato come Sala da Pranzo, ed anch’esso caratterizzato da una magnifica pavimentazione a finte tarsie marmoree.  Si procederà anche ad alcuni interventi di manutenzione straordinaria della chiesa di S.Maria al Castello.

La superficie totale delle aree verdi di pertinenza del Castello è di circa 22.000 mq, di cui 3.000 sono costituiti dal Giardino storico e i restanti da bosco e prato. Grande attenzione viene data dal FAI all'apicolura locale. L'ente infatti, oltre a mette a disposizione luoghi idonei a ospitare nuovi alveari, dà un contributo concreto di supporto e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della progressiva e preoccupante riduzione del numero degli insetti impollinatori.