La natura di Giulia Maria Crespi

Intervista del 2007

Ho sempre amato la natura, ho sempre amato la madre terra e poi trovo che ognuno deva pagare la cambiale. Io ho avuto molto dalla vita anche se poi ho vissuto cose drammatiche. Ma proprio perché ho avuto molto dalla vita, devo rendere, lo sento un dovere
Giulia Maria Crespi, 2007

Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI, è qui intervistata da Antonello Agliotti (da Incontri ravvicinati, 2007), assieme al marito l'architetto Guglielmo Mozzoni (1915-2014), nella sua azienda agricola. Le Cascine Orsine, situate a pochi chilometri da Milano, tra Bereguardo e il fiume Ticino (Pavia), è oggi l'impresa che Crespi, grazie al supporto del figlio Aldo Paravicini (tragicamente scomparso pochi mesi prima della madre), trasformò in una realtà a totale produzione biodinamica Dei 650 ettari di tenuta, 350 sono coltivati e i rimanenti mantenuti a bosco e ad oasi di rifugio di molte specie animali. Oltre ai  capi di bestiame, da cui derivano formaggi e carne, l’azienda produce anche cereali, farine, olio extravergine di oliva e miele. 

Capita spesso che una malattia porti a grandi cambiamenti … Bisogna mangiare sano, vivere sano respirare la natura e vedere poco la televisione 
Giulia Maria Crespi, 2007

Crespi e stata la pioniera italiana della produzione biodinamica, fin dal 1976. A spingerla tanto lontano verso una nuova filosofia di vita, era stato un grave problema di malattia, curato con un metodo a indirizzo steineriano basato sulla sana alimentazione. L'adesione di Crespi a principi di vita salutista, fu un atto vigoroso e totale, tanto da indurla, ancora una volta, a diffondere e condividere le sue conoscenze attraverso corsi e seminari. In questa intervista infatti, Crespi racconta di un incontro prossimo alle Cascine Orsine, diventate negli anni centro di formazione per l'alimentazione e l’agricoltura biodinamica. 
L'intervista di Agliotti, condotta  due anni prima che Crespi lasciasse la presidenza del FAI (2009), mostra tutte le complesse sfaccettature di questa donna, "calvinista, illuminista, regale e un po' demonio", come titolava il ricordo di Marco Magnifico (Giornale dell'arte, settembre 2020). Giulia Maria Crespi non aveva timore nel dire quel che pensava, neanche davanti a una telecamera. L'Italia che lei ha cercato di migliorare con il FAI prima e l'agricoltura dinamica poi, era quella della cementificazione selvaggia, della bramosia di denaro, dei politici corrotti e di una televisione, che lei non guardava, mistificatrice della realtà. 

La spiritualità del messaggio di Giulia Maria Crespi, sta nella sua perseveranza  

Il suo progetto di agricoltura green, a cui dedicò soprattutto la seconda parte della vita, non è stato altro che un'estensione naturale, un approfondimento di quei valori morali ed etici che investono l'uomo nel confronto continuo e diretto con il suo habitat, naturale e culturale. Sempre proiettata nel futuro, Giulia Maria Crespi qui ricorda l'importanza dei giovani e le potenzialità di una società civile che lotta nella consapevolezza di scelte individuali mirate a creare un mondo migliore per tutti.