Sulle tracce del crimine

Viaggio nel giallo e nero Rai


Al Museo di Roma in Trastevere è in corso una grande mostra sui protagonisti della fiction dedicata al genere giallo investigativo in onda sugli schermi televisivi della RAI dagli anni ’50 del secolo scorso a oggi.

Attraverso i filmati degli archivi della fototeca aziendale e le TECHE RAI si ripercorre la storia di un genere molto amato, il giallo investigativo appunto, in continua evoluzione dai grandi sceneggiati allo streaming video delle grandi serie crime, con le storie di personaggi divenuti popolari e a volte mitici nell’immaginario del pubblico.

Lungo sette decenni infatti il pubblico si è appassionato agli enigmi che venivano abilmente risolti dagli investigatori degli sceneggiati e delle serie RAI: a volte ispirati da figure letterarie, come Maigret di George Simenon, o il commissario Ingravallo del “pasticciaccio” di Carlo Emilio Gadda, o il commissario Montalbano di Andrea Camilleri e Nero Wolfe di Rex Stout, altre volte frutto di un’invenzione originale, come l’avvincente tenente Sheridan o lo spiritoso Le Avventure di Laura Storm.


Andreina Pagnani e Gino Cervi in Le inchieste del commissario Maigret. Regia di Mario Landi 1965 

Al giallo classico si sono affiancati nuovi sotto-generi, come le storie gotiche e le atmosfere ambigue del noir, tra cui svetta l’indimenticabile Il Segno del Comando. Il bianco e nero ha lasciato il posto al colore e sono emersi nel tempo nuovi stili, ma ancora oggi molti dei polizieschi più vecchi sono affascinanti e di straordinaria qualità.


Carla Gravina in Il segno del comando. Regia Daniela d'Anza 1971

 Il genere “giallo e nero” si è evoluto nel tempo anche da un punto vista sociologico e d’ambiente, sullo sfondo di vicende e di tematiche legate agli avvenimenti storici e all’attualità, accompagnato dall’evoluzione della tecnica fotografica e cinematografica. 


Lino Guanciale in La porta rossa. Regia Carmine D'Elia. Dal 2017. Foto Gabriele Crozzoli
 

Se il giallo classico Rai - scrive Maria Pia Ammirati, Direttore Rai Teche nel catalogo della mostra - era spesso avulso dalla realtà concreta del presente italiano, con l’irrompere sulla scena di un maestro come Andrea Camilleri, sulla cui scia si sono affermati giallisti di prim’ordine come Carlo Lucarelli, Maurizio De Giovanni e Antonio Manzini – ma potremmo citarne molti altri – s’impone un cambio di paradigma, per cui le storie raccontate sono storie “di strada”, storie del reale, lontane dagli incastri un po’ astratti e metafisici del giallo televisivo delle origini. Questo ha appassionato ancora di più il pubblico italiano, che così ha avuto la possibilità di vivere il brivido della suspense all’interno di ambientazioni conosciute, contigue, realistiche. 

L’esposizione, che si avvale della consulenza scientifica di Peppino Ortoleva, propone una carrellata di scene e personaggi in un percorso che si snoda tra più di 200 fotografie in bianco e nero e a colori, alcune di grande formato, tratte da circa ottanta programmi televisivi; la mostra è arricchita da una serie di filmati realizzati da Teche RAI con i commenti di illustri giallisti e critici televisivi come Maurizio De Giovanni, Giancarlo De Cataldo, Aldo Grasso e altri.

La mostra, che resterà allestita al Museo di Roma in Trastevere fino al 6 gennaio, nasce da un’idea di Stefano Nespolesi ed è curata da Maria Pia Ammirati e Peppino Ortoleva ed è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e Institut National de l’Audiovisuel (INA). Il progetto grafico è a cura di Rai Direzione Creativa, quello scenografico è stato disegnato da Carlo Canè.

In seguito alle misure adottate a causa dell'emergenza coronavirus e la sospensione temporanea del servizio di apertura al pubblico si consiglia di verificare telefonicamente l'apertura della mostra prima di recarsi in loco.

Roma, Museo di Roma in Trastevere fino al  6 gennaio 2021

La mostra è prevista anche a Milano a Palazzo Morando 20 gennaio - 7 marzo 2021