Gabriele Dadati. La modella di Klimt

Il Ritratto di signora e il mistero del furto in un nuovo romanzo

Il ritratto di una giovane donna dipinto due volte da Gustav Klimt, il furto del quadro dalla Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e la riapparizione inspiegabile dell'opera dopo circa ventidue anni. Le suggestioni infinite generate dalle creazioni dei grandi maestri, in grado di dialogare oltre i secoli, si intrecciano ai misteri della cronaca dei nostri tempi nel romanzo di Gabriele Diodati La modella di Klimt. La vera storia del capolavoro rirovato, ed. Baldini+Castoldi, 2020. Un racconto costruito attraverso piani temporali che attraversano l'intero Novecento, e la sovrapposizione tra invenzione, realtà, memorie personali, esito, dunque, anche della lunga frequentazione dell'autore con Stefano Fugazza, direttore della Galleria Ricci Oddi di Piacenza al momento della clamorosa scomparsa del dipinto. 

Stefano Fugazza è stato il mio maestro e sono stato il suo collaboratore più stretto negli ultimi anni della sua vita. La ricomparsa dell'opera credo sia un medicamento, una ricompensa alla sua memoria e naturalmente lo è anche per la comunità ferita degli appassionati d'arte perché come tutte le opere pubbliche questo Klimt è di tutti ed è il momento di riabbracciarlo.
Gabriele Dadati

L'opera nelle collezioni Ricci Oddi dal 1925 con il titolo Ritratto di signora, tornata nelle sale della Galleria di Piacenza il 26 novembre del 2020, dopo le indagini che ne hanno accertato l'autenticità, era stata oggetto di studi approfonditi pochi mesi prima del furto, quando a partire dalla felice intuizione di una studentessa erano stato scoperte le tracce di un precedente lavoro, un dimenticato Ritratto di ragazza ritenuto perduto. Un'immagine femminile eseguita verso il 1910 circa, esposta nel 1912 e documentata da una sola illustrazione, poi rielaborata in anni successivi dal pittore austriaco in un'esecuzione più asciutta nelle decorazioni, con il volto della giovane privo dell'avvolgente cappello.
Un Klimt intenso e diverso rispetto alla sfavillante pittura dei ritratti più noti realizzati nel primo decennio del Novecento, come quello di Adele Block-Bauer.

Sono ignote le ragioni estetiche del ripensamento ma è in questo slittamento da una versione all'altra del dipinto, forse da un'età all'altra della vita della modella, che si fa strada l'invenzione narrativa di Gabriele Dadati che risolve il giallo del furto in chiave sentimentale e affonda nella vita di Gustav Klimt per consegnarci un ritratto privato, intimo, dell'artista divenuto famoso per la celebrazione ossessiva e sontuosa della bellezza femminile.  

L'impressione è che a Klimt le donne facessero paura, in fondo... per questo non riesce a costruire una sua vita affettiva e si accompagna a queste modelle, a queste donne dell'alta società e dalle quali prende sempre le distanze: da una parte ci sono le donne, dall'altra lui, in mezzo la tela che sta dipingendo.  
Gabriele Dadati

Gabriele Dadati: La modella di Klimt. La vera storia del capolavoro ritrovato, ed. Baldini+Castoldi, 2020