Racconti espressionisti di Valerio Adami

Nel 2017 si tenne una grande mostra antologica di Valerio Adami a Roma, in tre sedi diverse contemporaneamente, per la cura di Lea Mattarella. All’Accademia d'Ungheria, alla Galleria André e alla Galleria Mucciaccia erano esposte oltre 50 opere, tra disegni e tele, realizzate dall’artista a partire dal 1972. 

Il disegno rappresenta  sempre  la  base,  il  punto  di  partenza dei  dipinti  di Adami,  che  nascono  dal rapporto  tra linee nette, definite e chiuse e colori, raccolti in nette campiture. Osservare affiancati il disegno, in cui è possibile scorgere tracce delle numerose cancellature necessarie alla creazione dell’immagine, e il dipinto che da questi è scaturito, consente di comprendere il percorso mentale ed emotivo compiuto  dall'artista:  sulla carta  egli  elabora  un  tema,  una  visione, che  sviluppa  lavorando  di  matita  e  gomma, seguendo lo scorrere e l'associazione dei pensieri, i ricordi, le reazioni consce e inconsce. Trasferisce poi sulla tela la struttura  della  composizione  e  comincia  il  gioco  inventivo  dei  colori,  che  daranno  il  tono  emotivo  e  il  significato compiuto dell'opera. Sono due momenti creativi autonomi ma strettamente legati da una dialettica di rapporti interni. 

Nato a Bologna nel 1935, Adami vive da moltissimi anni tra Parigi e Montecarlo, trascorrendo le sue vacanze a Meina, sul lago Maggiore. Le sue opere si trovano nelle collezioni museali di tutto il mondo e l’artista  ha partecipato a rassegne internazionali quali Documenta di Kassel e la Biennale di Venezia nel 1968, 1978, 1995 e 2011.