Pietro Consagra e la sua trasformazione di Gibellina

Lo scultore ricostruì la città dopo il terremoto del 1968

La Fondazione Orestia di di Gibellina ha voluto rendere omaggio con la realizzazione di un video all'artista scultore e scrittore Pietro Consagra (1920-2005) in occasione dei cento anni dalla sua nascita e alla forte impronta che ha lasciato sulla città.

[…] Gibellina è riuscita dove nessun’altra città ha saputo mirare, ha ottenuto attenzione come provocatoria mentre in verità l’intento è stato quello di fare fronte a una necessità individuale e irresistibile: legarsi alla creatività continua dell’arte che esprime fiducia, inserirsi con la scultura e la pittura nella emozionalità delle immagini, vivere la sensazione spirituale che proviene dall’ornamento come aiuto a stare al mondo.
Pietro Consagra



"Finestre d'aria "di Pietro Consagra. Foto di Luca Savettiere 

Siciliano di nascita, Pietro Consagra si inserisce a pieno titolo tra i maestri dell’arte astratta italiana del dopoguerra, insieme agli amici Carla Accardi di Trapani e Antonio Sanfilippo di Partanna, anch’essi parte del gruppo Forma Uno.

Consagra, rispondendo per primo all’appello di Ludovico Corrao, il sindaco-intellettuale che dopo il terremoto del ‘68 si impegnò per rendere Gibellina città d’arte, fu capace di coinvolgere nell’opera di ricostruzione anche altri tra i più grandi artisti, architetti e intellettuali del tempo, grazie anche all’impulso che gli derivava dal fraterno legame con Consagra.
Da lì nacque un rapporto fortissimo dell'artista con Gibellina e con le forme espressive della tradizione locale, come il carro del santo patrono ed i «prisenti», ovvero i drappi esposti in occasione delle processioni. Testimonianza estrema di questo amore fu la scelta di esservi sepolto dopo la sua morte, che avvenne a Milano nel luglio del 2005. 


Gianni Gebbia  davanti alla "Stella d'ingresso al Belice" o "porta del Belicec" mentre esegue musiche dal vivo per le riprese del film "Pietro Consagra e Gibellina" con la regia di  Alfio Scuderi e Dario Palermo. Foto di Luca Savettiere 

Passando dalla «Stella d’ingresso al Belice» alla «Città di Tebe», la creatività astrattista di Consagra è la protagonista del video che attraverso le immagini tra le vie e le piazze di Gibellina racconta di un progetto di ricostruzione che aveva in se un'idea di rinascita per un’intera comunità. 

Un sentimento speciale del suo essere artista sentire Consagra in sintonia profonda con lo spirito del luogo: le ricamatrici, i giovani ceramisti, le famiglie che gli chiedono di disegnare i cancelli delle cappelle funerarie del nuovo cimitero, il Carro e il “Prisenti” per la processione di S. Rocco patrono della città, gli archi e le luminarie per le feste, i gonfaloni per gli addobbi delle strade, i sedili per il riposo lungo le vie alberate. 

[Consagra] rifonda cioè una nuova città che è antica ma che continua il rito del viaggio del nomadismo, delle contaminazioni, e proclama la sua fede nel futuro. […] Consagra in realtà reinterpreta con profondità di pensiero i segni e le forme possenti del Mediterraneo. Una felice riprova ne è la “Porta del Belìce”, amata con tutto il cuore da queste genti e chiamata ormai Stella di Gibellina. 


Con queste parole Ludovico Corrao ricorda l’opera dell'artista nella città siciliana e il suo entusiasmo nella condivisione e nella realizzazione del progetto.