Le donne di Renoir: il mito dell'Arcadia

L'eredità del maestro francese per il Novecento

Il mondo (che non è stato creato una sola volta ma tutte le volte che sopraggiunge un artista originale) [...] ci sembra ora completamente diverso, ma perfettamente chiaro. Nella via passano signore che non sono più quelle di prima, perché ora sono altrettanti Renoir.
Marcel Proust

Renoir sceglie le sue protagoniste da ogni estrazione sociale: borghesi, operaie, ballerine, tutte rivestite da una grazia speciale e da un’impalpabile bellezza. Soggetti della vita moderna catturati attraverso l'invenzione del linguaggio impressionista ma che, proprio grazie al legame di Renoir con la tradizione classica mai reciso, una connnotazione tutta personale che Renoir imprime alla nuova estetica, conservano memoria di modelli femminili del passato: dalla levità delle figure settecentesche, alla volumetria, alla solida carnalità  delle donne di Tiziano e Rubens. 
La rappresentazione dell'immagine femminile del maestro di Limoges conosce un'evoluzione parallela alla riflessione che l'artista porta avanti sull'inadeguatezza della visione impressionista. Da protagonista della vita borghese, immersa in un contesto contemporaneo, ritratta nell'esercizio della musica, nelle relazioni sociali, nel rito quotidiano della toilette, come nei dipinti degli anni Settanta e primi anni Ottanta, la figura della donna slitta verso una dimensione meno connotata realisticamente per approdare a scene di idilli atemporali in cui si fondono armoniosamente la presenza umana e la natura.


Donna nuda sdraiata (Gabrielle), 1906-07. Olio su tela 300,0 × 150,0 cm. Musée de l'Orangerie, Parigi. 

Sono espressione diretta di questa sensibilità, i moltissimi nudi femminili che dagli ultimi anni dell'Ottocento diventano tra i motivi preferiti di Renoir, spesso declinati nel soggetto delle Bagnanti, recupero in chiave contemporanea di antichi miti della natura, figure immerse in Eden bagnati di luce. 

Nella fase conclusiva della sua pittura Renoir riesce a rinnovare completamente il modo di rappresentare natura e figure perché rinuncia alla pennellata vibrante ed istantanea del periodo impressionista per dare consistenza volumetrica, plastica, alle forme.
Gabriele Simongini, storico dell'arte