Renoir: verso Ingres, lo stile tardo (1883-1919)

Il ritorno al museo e i valori del classicismo

Verso il 1883 avevo sfruttato l'Impressionismo fino all'esaurimento ed ero giunto alla conclusione che non sapevo né disegnare, né dipingere. In poche parole, l'Impressionismo terminava in un vicolo cieco [... ] L'artista che dipinge la natura non cerca altro che effetti momentanei. Non si cura di dare una forma artistica all'immagine- e presto i suoi quadri diventano monotoni.
Pierre-Auguste Renoir

Nell'elaborazione di una visione che rinnovasse la poetica dell'attimo in uno stile più maturo senza rinuciare alla modernità, ritrovando la definizione dell'immagine e superando i limiti formali dell'impressionismo, la ricerca di Renoir trova elementi di riflessione determinanti nel viaggio in Italia. Un itinerario lungo le tappe convenzionali del Grand Tour, che si consuma tra l'autunno del 1881 e il gennaio del 1882, quando il pittore francese, che all'epoca aveva quarant'anni, attraversa il Bel Paese toccando Venezia, Firenze e Roma, Napoli per poi spostarsi in Calabria e a Capri, fino a Palermo con la sua Monreale, e ritornare nel golfo di Napoli.
Grande estimatore di musei, non soltanto del Louvre, le esperienze italiane stimolano il maestro francese a riflettere alla luce degli importanti esempi della tradizione classica e dell'arte italiana, primo fra tutti Raffaello, con la luminosa espressione della figura di Galatea affrescata a Villa Farnesina.  

Raffaello che non ha mai lavorato all'aperto, ha tuttavia osservato il sole, poiché i suoi affreschi ne sono pieni.
Pierre-Auguste Renoir

La visione dell'artista italiano, simbolo del classicismo, apre la strada anche alla rilettura della idea di assoluta chiarezza formale espressa dalla pittura ad olio di Ingres, artista che Renoir, controcorrente rispetto ai gusti degli amici impressionisti, aveva sempre apprezzato. Si tratta di una cesura rispetto al periodo precedente. E', come lo definisce lo stesso Renoir, "il periodo agro", all'epoca interpretato dalla maggioranza della critica come una fase di "smarrimento". Sono anni caratterizzati dal progressivo avvicinamento ad una concezione estetica dominata dall'idea della costruzione di immagini solide, della percezione di forme della realtà non fugaci ma eterne. Anni in cui Renoir preferisce lavorare con più accuratezza il disegno, dosando colori più freddi e stesi, modellando le figure con più precisione nei dettagli.

Due ragazze al pianoforte, 1892. Olio su tela, 111,8 x 86,4 cm. The Metropolitan Museum of Art, New York

Renoir rivive in sé in forme moderne quella che era la grande contrapposizione tra il disegno toscano e il colore veneto: tra Raffaello e Ingres da una parte e Tiziano e Rubens dall'altra.
Gabriele Simongini, storico dell'arte

Il risultato a cui il maestro francese approda dagli anni Novanta dell'Ottocento è un classicismo personalissimo che si traduce in una nettezza di forme abbinata però alla libera contaminazione dei colori. E' questa la strada percorsa da Renoir fino al 1919, anno della scomparsa, il 3 dicembre, a Cagnes-sur-mer, la località in cui si era trasferito nel 1908. 
 

Giovane bagnante, 1892. Olio su tela, 81,3 x 64,8 cm. The Metropolitan Museum of Art, New York.