Zeri e Orto aperto

Franco Simongini, 1990

Sono un grande appassionato di botanica: io coltivo un orto aperto, un orto senza steccati dove tutti quanti possono raccogliere fiori e legumi'
Federico Zeri

Dalla serie A tu per tu con l'opera d'arte, di Franco Simongini, il documentario Orto aperto (1990) presenta un'intervista a Zeri sul libro dal titolo omonimo, appena pubblicato (Federico Zeri, Orto aperto, Longanesi, 1990).

Uno Zeri divertito, che recita una poesia con le cesoie in mano intento a curare il suo roseto di casa, introduce il filmato

Seduto sul divano di casa, Zeri racconta come l'orto a lui caro sia quello di casa, non un hortus conclusus, chiuso, bensì aperto a tutti e così. Similmente, con il libro Orto aperto, Zeri ribaltava l'dea dell'intellettuale chiuso in segreti pensieri, a favore della condivisione con un pubblico curioso come lui. 
Orto Aperto, nasce come raccolta di saggi scritti in occasioni e tempi diversi, dove emerge l'operosa ricerca e l'insaziabile curiosità dello storico dell'arte capace di  muoversi liberamente, nel tempo e nello spazio, dai grandi temi artistici immortalati dalla storia, ai più minuti e stravaganti aspetti della comunicazione.

Per me tutto serve a capire l'opera d'arte, sia le cose contemporanee, sia le cose del passato. Più fatti, più dati, più dettagli si conoscono e meglio si legge l'opera d'arte. Conoscere il presente ci serve per capire il modo con cui noi giudichiamo il nostro mondo, il nostro condizionamento. Conoscere le cose del passato, poi, significa aumentare la rosa di connotati che possono essere scoperti nell'opera d'arte, nel testo figurativo'
Federico Zeri  

Zeri coinvolgere e trascina lo spettatore, come il lettore, catturato dalla straordinaria erudizione, dal costante senso della storia, dalla lucidità interpretativa e dalla sua puntigliosa foga polemica.
La cultura di Zeri spesso superava i confini della storia e della critica d'arte. Qui lo studioso esalta la figura di Tamara de Lempicka, rivalutandone la pittura molto prima che la pubblicazione di Franco Maria Ricci ne decretasse il successo. Poi ricorda gli occhi nerissimi e la carnagione di "certi indiani" del critico Roberto Longhi, per finire con il raccontare la sua frequentazione con "Bibi", ossia Bernard Berenson, "personaggio snob, anche maligno, anche cattivo", afferma Zeri.
Dopo averne riconosciuto la professionalità, delinea il mito che Berenson aveva creato di sé stesso e con parole forti e quasi spiazzanti, racconta il climax a villa Tatti di Firenze dove abitava; il modo in cui apparecchiava la tavola, proiettava il giovane Zeri in un quadro di fine Ottocento di Sargent o Tissot.

La compagnia di habituée di Settignasno fungeva da corte perfetta, proferendosi in esclamazioni e in gridi di ammirazione e in pigolii quando, il pomeriggio, scendeva in salotto per la cerimonia del tè, una delle più pittoresche che io abbia mai visto nel corso della mia esistenza'
Federico Zeri

Franco Simongini (1932-1994), dal 1961 ha lavorato alla Rai come giornalista, regista e Capo Redattore (1971), collaborando alla realizzazione di programmi culturali quali Arti e Scienze e L‘Approdo. Dagli anni Settanta del Novecento, ha ideando e curando in prima persona le più importanti serie di documentari d’arte prodotti dalla Rai, volti ad avvicinare all’arte un largo pubblico, come Ritratto d’autore (1971-1977), Artisti d’oggi (1974-1993), Poeti d’oggi, Come nasce un’opera d’arte (1975-76) e A tu per tu con l’opera d’arte, in onda nei primi anni Ottanta. Per questa serie,  ho usato testi di Cesare Brandi e ben tredici puntate, sono state condotte e incentrate su Federico Zeri.