Zeri racconta Giuseppe De Nittis

A tu per tu con l'opera d'arte, 1991

Tratto dalla nota serie di Franco Simongini, A tu per tu con l'opera d'arte, in questa puntata Zeri parla dell'artista ottocentesco Giuseppe De Nittis

Come mai fino a circa quindici anni fa la pittura dell'Ottocento italiano ci sembrava, almeno a me e a molti miei colleghi,  così brutta e così mediocre ? E come mai pittori che oggi ci appaiono di grande statura erano conosciuti soltanto per dei quadri modestissimi ?
Federico Zeri

Fra le risposte lanciate da Zeri, quella che crede più giusta e attinente è la tesi che nel giro di una decina d'anni, sia "cambiato il nostro occhio". Per Zeri il caso di Giuseppe De Nittis corrisponde a questa ipotesi. 

Considerato da Zeri, fino a quindici anni prima, un 'modesto illustrare alla Meissonier', oggi, afferma lo studioso, vede De Nittis come un 'grandissimo artista', capace di 'visioni cosmiche' e dettagli che ricordano Carpaccio o Piero della Francesca

Nato a Barletta da una famiglia di ricchi proprietari terrieri, Giuseppe De Nittis (1846-1984), rimasto presto orfano, cresce con i nonni. Disegna fin da giovane e inizia a prendere lezioni da Giambattista Calò, maestro di scuola napoletana.
A quattordici anni, trasferito a Napoli con i fratelli, comincia a coltivare il suo sogno di pittore e anche se osteggiato dalla famiglia, si iscrive all'Istituto di Belle Arti. Qui, irrequieto e ribelle verso metodi di insegnamento e stili accademici stantii, rimane per due anni, dopo di che viene espulso.

La campagna e il mare, sono i primi soggetti più amati e dipinti negli anni Sessanta dell'Ottocento

Dal 1864, De Nittis sperimenta nuovi mezzi espressivi. L'occasione arriva dall’amicizia con Adriano Cecioni, Domenico Morelli, Antonio Leto, Marco De Gregorio e Federico Rossano, con i quali nasce la Scuola di Resina, scuola di paesaggio che adotta, in buona parte, i principi del Verismo sostenuti dalla preesistente Scuola di Posillipo.
Il 1867 è un anno importantissimo per il ventunenne De Nittis che, incoraggiato dall'amico Cecioni, presenta alcune opere all'Accademia delle Belle Arti di Firenze, suscitando grande ammirazione tra i Macchiaioli.

In quello stesso anno, sempre alla ricerca di uno stile personale, De Nittis si trasferisce a Parigi, fucina del nuovo movimento pittorico Impressionista

Nella capitale mondana, De Nittis intrattiene rapporti con importanti figure del mondo dell'arte, come Adolphe Goupil, editore, mercante di stampe e anche committente di opere che soddisfano il gusto borghese della Parigi Belle Epoque
Con le sue scenette di donne ritratte nei luoghi in cui si svolge la vita mondana della nuova società dinamica, nei grandi parchi, alle corse, nei salotti, nelle stanze delle ricche dimore borghesi, De Nittis diventa presto “lo storico del costume del suo tempo”.
De Nittis, che ha sempre attribuito grande importanza ai risalti cromatici, alla lucentezza dei colori e alla resa dei volumi, trova nei boulevards di Parigi soggetti perfetti per accendere i suoi quadri. Zeri individua un doppio registro nell'artista, da una parte i "quadretti che allora andavano di moda", le "scenette di vita comune" …

D'altra, ogni tanto c'è il colpo d'ala e salta fuori il De Nittis che ha assorbito tutta la scuola parigina dell'epoca, si avvicina ai francesi e produce di volta in volta degli autentici capolavori che stanno alla pari con Caillebotte e Berthe Morisot
Federico Zeri  

Da autodidatta, De Nittis, guarda con occhi aperti e disponibili alle scoperte dell'epoca; secondo Zeri, la fotografia ha un ruolo importantissimo nella sua produzione, come lo ebbe per moltissimi artisti francesi di allora.
A Parigi inoltre, De Nittis sposava Lèontine Gruville, donna che influenzerà moltissimo le frequentazioni sociali del marito, accrescendone la fama. Nella loro casa parigina, spesso ospitavano figure centrali del milieu artistico, da Manet, Degas, Tissot, fino a Zola e Maupassant.
Nel 1869, De Nittis faceva la sua prima esposizione al Salon parigino; nel 1874 sarà l'unico italiano a partecipare alla storica mostra impressionista tenuta nello studio di Nadar; nel 1878, presenterà ben undici tele all'Esposizione Universale.

De Nittis non rimane il provinciale, è un comprimario della scena artistica parigina
Federico Zeri

Pur ritrovando il suo mondo ideale nella vita mondana parigina, De Nittis viaggia anche a Londra e spesso, passa lunghi periodi in Italia, nella sua Barletta, per preparare abbozzi di paesaggi e figure che poi avrebbe trasformato in tele nel suo studio.
De Nittis muore a soli 38 anni per una congestione celebrale, lasciando un ricordo straordinario in chi lo conosceva, ricordo che rimane nella dedica di "una lapide trombettiera", come la definisce Zeri, situata nel grande cimitero Père Lachaise. 

INFO
Pinacoteca Giuseppe De Nittis

FOTO DI COPERTINA
Giuseppe De Nittis, Sul Lago dei Quattro Cantoni, 1881 ca. Olio su tela, cm. 48x67 Collezione privata