Zeri e il Marco Aurelio capitolino

Girone all'italiana, 1992

Per il format di Gianni Ippoliti, Girone all'italiana (1991-1992), presentato da Andrea Barbato, oltre dieci anni dopo l'ntervento a Tam Tam (Zeri e la chiusura dei Fori Imperiali) Federico Zeri viene nuovamente intervistato in merito ai danni provocati ai monumenti di Roma dall'inquinamento atmosferico. 

Oggi la stessa questione si pone per il Marc'Aurelio di Piazza del Campidoglio a Roma, una delle statue più celebri del mondo antico, l'unico grande bronzo della capitale dell'Impero che sia sfuggito alla distruzione e alla fusione, sfuggito perché quando nel medioevo si trovava nei pressi del Palazzo Lateranense lo si credeva un ritratto dell'imperatore Costantino
Federico Zeri

Per secoli simbolo della città di Roma, nel 1538, per volere di papa Paolo III, il Marco Aurelio fu posto nella Piazza del Campidoglio su una base disegnata da Michelangelo stesso, progettista del complesso. Che la statua sia un tutt'uno con la piazza, lo dimostra il disegno originario a stella della pavimentazione, rifatta in blocchi di travertino solo negli anni Trenta del Novecento su disegno del Michelangelo.  

Nel 1979, l'originale della statua, oggi custodito nei prospicienti Musei Capitolini, fu rimosso dal suo basamento all'aperto in seguito a un attentato a Palazzo Senatorio che danneggiò la l'integrità del monumento, già minata dall'alterazione di agenti inquinanti 

I lavori di restauro del Marco Aurelio, eseguiti presso l'Istituto Centrale per il Restauro di Roma, durarono circa dieci anni (1981-1990) e a Piazza Campidoglio, nel 1996, venne eretta una fedele riproduzione realizzata a laser.
Zeri interviene negli anni in cui è in corso una diatriba tra chi vuole nella piazza di Michelangelo la statua originale del Marco Aurelio e chi no. Zeri era d'accordo nel collocare la statua in un ambiente dei musei e porre nella piazza una copia fedele e dorata, com'era originariamente il monumento equestre. 

FOTO DI COPERTINA
Dettaglio del Marco Aurelio © Ghigo Roli/Contrasto