Zeri: Pasolini come Caravaggio

Q come cultura ovvero Catastrophes, 1993

Seduto sul sofà di Mentana, affianco alla attempata signorina siciliana Rosetta Lazzaro, la gag settimanale di Zeri celebra la grande figura intellettuale di Pier Paolo Pasolini, un outsider che il critico paragona a Caravaggio

Zeri è stato ospite fisso del format di Gianni Ippoliti, Q come cultura ovvero Catastrophes (1992-1993), in onda in tarda serata sulla terza rete. Ippoliti voleva sperimentare una divulgazione culturale per "tutti i gusti", giocata sul filo dell'ironia e dell'intelligenza,

… cercando di offrire al pubblico qualcosa di più stimolante e meno rituale e paludato del solito quando si parla di cultura
Gianni Ippoliti 

Zeri racconta alla signora Lazzaro la figura di Pasolini, "una cometa luminosa passata nella palude italiana". Pasolini poeta, scrittore, intellettuale impegnato e regista di "autentici capolavori" come Accattone, Mamma Roma, La ricotta, era per Zeri una persona al limite "tra l'angelico e il diavolesco", con l'aspetto di una "statua di bronzo molto bella caduta da un autotreno e rimasta ammaccata".

È strano che quando io penso alla fine di Pasolini, penso alla fine di Michelangelo da Caravaggio. Perché le ultime cose fatte da Pasolini, penso agli articoli del Corriere delle Sera, sono l'estremo limite al quale poteva arrivare il suo modo di creare e di ragionare. È quello che è stato Caravaggio, dopo i quadri di Malta c'era soltanto la fine, non c'era altro  
Federico Zeri


FOTO DI COPERTINA
Pier Paolo Pasolini nel set di I racconti di Canterbury © Dan Yakir/Everett Collection/Contrasto