L'uomo che vendette la sua pelle

Un film sulle extravaganze e le ipocrisie del mondo dell'arte contemporanea

Sam Ali, un giovane siriano sensibile e impulsivo, fugge dalla guerra lasciando il suo paese per il Libano. Per poter arrivare in Europa e vivere con l’amore della sua vita, accetta di farsi tatuare la schiena da uno degli artisti contemporanei più in voga ma, dopo aver trasformato il proprio corpo in una prestigiosa opera d’arte, Sam finisce per rendersi conto che la sua decisione potrebbe non significare la libertà.

Il film è stato presentato a Venezia 2020 e uscito nelle sale italiane dal 7 ottobre  2021,è candidato all'Oscar come miglior film internazionale (quindi uno dei 5 film stranieri più belli del mondo secondo l'Academy), con una regista donna al secondo film e nel cast un’imprevedibile Monica Bellucci e Yahya Mahayni, già premiato a Venezia77 come miglior attore.  



E’ un film che contiene dramma, satira, commedia sentimentale, noir.... la storia di un corpo che si trasforma in opera d’arte in cambio della libertà. Nella trama - la schiena di un profugo siriano diventa la tela per uno degli artisti contemporanei più famosi al mondo e viene esposta in musei, gallerie e aste - si offre un'ironica rappresentazione del mondo dell’arte contemporanea e un viaggio attraverso la moralità e le ipocrisie della natura umana. 
Il rifugiato Sam, con il suo corpo trasformato in un'opera d'arte vivente e prontamente esposto in un museo, si renderà presto conto di aver venduto qualcosa di più che la sua pelle. 

L'idea per L'uomo che vendette la sua pelle è nata nel 2012 – racconta la regista Kaouther Ben Hania - Ero al Louvre di Parigi, all'epoca dedicato a una retrospettiva dell'artista belga Wim Delvoye. Là ho visto, negli appartamenti Napoleone III, l’opera d’arte vivente Tim (2006 - 08). Delvoye aveva tatuato la schiena di Tim Steiner, che stava seduto su una poltrona senza maglietta e mostrava il disegno dell’artista. 
Da quel momento questa immagine singolare e trasgressiva non mi ha abbandonata. A poco a poco, altri elementi della mia esperienza, l'attualità bruciante e gli incontri imprevisti si sono aggiunti e arricchiti a questa immagine. Una volta che tutti questi elementi si sono riuniti, la storia era pronta per essere scritta. 


KAOUTHER BEN HANIA 
La regista tunisina Kaouther Ben Hania ha studiato cinema in Tunisia e poi a Parigi a la Fémis e a la Sorbonne. Il suo precedente film Beauty and the Dogs, presentato in anteprima nella selezione ufficiale del Festival di Cannes "Un Certain Regard" nel 2017, ha vinto il Best Sound Creation Award ed è stato distribuito in numerosi paesi. 
Challat of Tunis, il suo primo lungometraggio, ha aperto la sezione ACID al Festival di Cannes 2014 ed è stato largamente distribuito.
Il suo secondo documentario Zaineb odia la neve è stato presentato in anteprima al Locarno Film Festival 2016 e ha vinto diversi premi. 
Imam go to School, il suo primo documentario è stato presentato in anteprima all'IDFA 2010. Ha anche diretto diversi cortometraggi, tra cui Wooden Hand, (2013) e Sheikh's watermelons (2018), che hanno avuto un percorso lungo e di successo nel circuito dei festival internazionali.
L’uomo che vendette la sua pelle è il suo ultimo lungometraggio.