Sette secoli di "scarabocchi" a Villa Medici
Da Leonardo da Vinci a Cy Twombly
Con circa 150 opere originali a Villa Medici, affrontando le molteplici sfaccettature dello scarabocchiare in ambito artistico, dagli schizzi imbrattati sul retro dei dipinti agli scarabocchi che diventano vera e propria opera, l’esposizione mostra come queste pratiche grafiche sperimentali, trasgressive, regressive e liberatorie, che sembrano non obbedire a nessuna regola, hanno da sempre scandito la storia della creazione artistica.
Il progetto espositivo si sviluppa in due presentazioni successive, entrambe inedite e complementari con un totale di 300 opere: dopo quella di Roma seguirà l’altra a Parigi al Musée des Beaux Arts dal mese di ottobre 2022.
L’esposizione esplora quindi questo lato nascosto del fare artistico e invita i visitatori a spostare lo sguardo sul retro dei dipinti o sulle pareti della bottega, al margine dei disegni o sotto gli affreschi staccati….Il Rinascimento, per liberarsi dai vincoli del disegno “accademico”, ha prodotto forme grafiche libere, istintive e gestuali che evocano i disegni rudimentali dei bambini, le divagazioni calligrafiche ai margini dei manoscritti o ancora i graffiti di mani anonime che ricoprono i muri delle città. E a proposito dell’espressività visuale dei bambini Picasso affermava: ”Mi ci è voluto una vita intera per disegnare come loro”.
Proponendo accostamenti inediti tra le opere dei maestri della prima modernità, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Pontormo, Tiziano, Bernini, a quelle di noti artisti moderni e contemporanei come Picasso, Dubuffet, Henri Michaux, Helen Lewitt, Cy Twombly, Basquiat e Luigi Pericle la mostra rimette in questione gli ordini cronologici e le categorie tradizionali e pone la pratica dello scarabocchiare al centro della pratica artistica.
La mostra di Roma presenta alcuni prestiti eccezionali: lo straordinario palinsesto di disegni tracciati sul retro del Trittico della Madonna di Giovanni Bellini, conservato alle Gallerie dell’Accademia a Venezia, i disegni di Benozzo Gozzoli, Fra Bartolomeo, Michelangelo, Pontormo, Tiziano, Taddeo Zuccari e inoltre opere dei Carracci, di Simone Cantarini, Algardi, Bernini, provenienti dalle più importanti collezioni italiane; o ancora la testa grottesca di Leonardo da Vinci, data in prestito dal Musée des Beaux Arts di Parigi.
La foto in copertina è l'opera di Luigi Pericle Senza titolo, 1965. Tecnica mista su tela, 80 x 129,5 cm Ascona, Archivio Luigi Pericle © Archivio Luigi Pericle. Foto Marco Beck Peccoz